martedì 13 aprile 2010

Scriver poesias

Mincha pled
na tschernü
sbraja

Mincha pled
sbüttà
sbraja

Mincha pled
chi resta
cloma

A quels na tschernüts
A quels sbüttats

E tuot ils pleds
paisan
listess

Leta Semadeni


Ogni parola
non scelta
urla

Ogni parola
scartata
urla

Ogni parola
che resta
chiama

Quelle non scelte
Quelle scartate

E tutte le parole
hanno
lo stesso peso

*

Leta Semadeni è nata nel 1944 a Scuol, in Bassa Engandina, e vive a Zuoz, in Alta Engandina. Ha studiato lingue a Zurigo, a Quito e a Perugia e ha insegnato in diverse scuole a Zurigo e in Engandina. Scrive le sue poesie in tedesco o in romancio e le traspone lei stessa nell'altra lingua.

*

Nel censimento del 2000, 34 000 persone, pari a poco meno dello 0,5% della popolazione residente in Svizzera, hanno indicato il romancio come propria lingua principale. Alcuni sostengono che questa cifra sia in realtà sottostimata per effetto del modo in cui sono state formulate le domande: secondo questi, le persone che parlano romancio sarebbero in realtà 100 000.
Le domande, nel 2000 così come nel precedente censimento del 1990, erano:
1) "Qual è la lingua in cui pensa e che conosce meglio?" (lingua principale) e
2) "Quale/i lingua/e parla abitualmente a) a casa, con i familiari, b) a scuola, nella vita professionale, al lavoro?" (lingua parlata).
Il 63,7% ha indicato il tedesco, il 20,4% il francese, il 6,5% l'italiano, il restante 9% una lingua non nazionale. In base all'ultimo censimento, quindi, il romancio risulta meno parlato di sei lingue non nazionali: serbo/croato (1,4%), albanese (1,3%), portoghese (1,2%), spagnolo (1,1%), inglese (1%) e turco (0,6%) (da qui).

A me pare che la prima domanda, così formulata, escluda il conteggio di molte situazioni ibride, non infrequenti, ad esempio quelle in cui il pensiero si adatta docilmente ad una nuova lingua di adozione o alla lingua dominante eppure la lingua conosciuta meglio rimane comunque l'originaria o quelle situazioni in cui il pensiero si va a ripartire tra più lingue, secondo miscele la cui composizione può cambiare parecchio a seconda del contesto in cui più le si utilizza (farei fatica, oggi, ad esprimere un parere professionale in italiano, e oggi, quando compro un bar, è pur sempre un branzìn che metto nel forno, una volta rientrata a casa). Il pensiero, poi, mi pare possa percorrere vie diverse, più o meno arzigogolate, naturalmente destinate ad evolvere nel tempo, ma sempre tali da snodarsi lungo il percorso che a ciascuno garantisce il minore dispendio di energia possibile. Ci sono poi parole che riemergono dal passato inaspettate, trascinandone altre, ecc. ecc.(*) Probabilmente, però, cercare di ottenere da un formulario standardizzato di un censimento delle risposte in grado di rappresentare tutte le possibili varianti della pigrizia cerebrale e delle sue sorprese e delle sua deviazioni, è pretendere troppo.

E pensare che in coda alla poesia avrei voluto solo aggiungere che pled (parola) e pledar (parlare) vengono da placitum, la qual cosa escluderebbe che si possa farlo da soli, che un pledari si trova qua, che sia per la presenza delle ü sia in seguito all'esito della ricerca nel pledari del pled mincha (ogni), mi sembra che la poesia possa essere stata scritta o nella variante puter o in quella vallader e, infine, che il luogo di nascita e quello di residenza della poetessa purtroppo non mi aiutano a fare la scelta definitiva tra le due varianti perché a Scuol si parla vallader e a Zuoz si parla puter.



(*)
- Per lei? - mi chiese il ragazzo con trattenuta scontentezza.
Gli dissi divertito:
- Per me tutto.
Il giovane si accigliò.
- Non ho capito, scusi.
Gli ripetei:
- Mi porti tutto.
Il ragazzo si rivolse a Olga questa volta in cerca d'aiuto, ma Olga non disse niente, si limitò a fissarmi con un'aria lievemente ironica. Allora lui fece un sorrisetto sfottente e mi elencò:
- Tutti gli antipasti, tutti i primi, tutti i secondi, tutti i dolci?
Mi sembrò inutile spiegargli cosa volevo veramente. Qualsiasi cosa avessi detto, gli sarebbe sembrata fuori tempo e fuori luogo. Decisi di accentuare per lui, per Olga, per la gente che avevamo intorno, i toni della vecchiaia malinconica, in modo da rassicurare tutti, giovani, anziani, mogli attempate in ansia per il cattivo esempio che davo ai mariti. Sì, dissi mettendo da parte il menu, mi piacerebbe molto. Sono nato a Napoli, sa, ed è da mezzo secolo che non mangio più come si mangia nella mia città. I piatti che offrite mi hanno fatto tornare in mente tante parole di casa mia, dei miei genitori, di mia nonna che viveva con noi: per esempio scauratiello, tracchiulella, graf, curatella, arugolepurchiacchiello. Ah, sospirai, quanti bei suoni, e gli elencai col tono dell'anziano chiacchierone che ha la testa svaporata ed è ormai incapace di sintesi, le linguine sciuliarelle con aulíve, chiàpperi e alici salate, i vermiciélli rossoviolacei coi purpi, il provolone scuro di Sorrento, la minestra di spullecarielli, la pasta e fasúli con la cótena, i maccheroni al ragù, la carnambruscenàta. Poi confidai a Olga protendendomi verso di lei: la cosa che però mi piaceva di più, da ragazzo, era la lasagna, che aveva sotto la crosta di salsa rossoscura - fatta con le gallinelle di maiale, - la ricotta, la scamorza, le lunghe cervellatine e le purpette di carne con uova, parmigiano, petrosino, sale e pepe. Aggiunsi, tornando al cameriere: però ho amato molto anche il sartù di riso, il casatiello, il tortanombuttunàto, le uovaimpriatòrio, le paste cresciute, le pizzelle fritte, le cotolette di scamorza, le alici arreganàte e quelle indorate e fritte, la 'mpepatella di cozze nel sugo grigio buonissimo, l'insalata di frutti di mare, gli scagliozzoli, il cervello fritto, le carcioffole pure fritte, il mussillo in pastetta, la carne alla pizzaiola, il fegato dentro la rezza con pepe e alloro, i friarelli con le salsicce, i cucuzzielli a scapece con un po' di menta, la parmigiana di melanzane profumata di basilico, le melanzane a fungetiello.

Domenico Starnone, Spavento, Einaudi 2009, pagg. 262, 263.


Simone Coya, L'amante impazzito, 1679

Nessun commento:

Posta un commento