mercoledì 27 marzo 2013

Semana Santa o no tanto

di Andrés Neuman

Tra lo stereotipo e l'ignoranza, le potenze occidentali hanno accolto la nomina di Bergoglio come se si trattasse di una decisione rivoluzionaria. Tuttavia, da dove provenga il Papa mi sembra poco rilevante. L'istituzione che rappresenta ha degli interessi che non cambieranno per questo aneddoto geografico. I precedenti di Bergoglio come cardinale in Argentina ce lo presentano come una figura più conservatrice e diplomatica di quello che molti credano o desiderino. Leggo di questa «fine del mondo» dalla quale ha proclamato di provenire; i suoi contatti, le sue decisioni, le sue manifestazioni e i suoi silenzi lo ritraggono come qualcuno disposto ad arrivare al vertice. Il Pontefice ha sempre saputo porsi tra due correnti contrapposte della Chiesa argentina, prendendo le distanze tanto dal settore di ultradestra (rappresentato dall'arcivescovo Aguer e dall'Instituto El Verbo Encarnado) quanto dalle posizioni sociali di Curas en Opción por los Pobres (OPP). Tenendo conto dei gravi conflitti interni che minacciano il Vaticano, dubito che il Santo Padre si dia la pena di proporre cambiamenti della sua posizione rispetto alle grandi questioni come il divorzio, il ruolo della donna, l'omosessualità o i contraccettivi, vale a dire rispetto a tutto quello che interessa realmente il "popolo" che lui stesso ha invocato, dopo decenni di assenza dai discorsi papali. Bergoglio è, senza dubbio, un oratore intelligente ed efficace. Per lo stesso motivo, sapremo poco dei casi di pederastia o corruzione nella Santa Sede. Esattamente come ha fatto nel suo paese, il Pontefice si concentrerà a coltivare determinati gesti pubblici di umiltà, austerità e semplicità, che verranno convenientemente diffusi dai mezzi di comunicazione. Chiamiamolo marketing celestiale. Quanto al suo comportamento durante la dittatura militare, immagino che ora continueranno a comparire testimoni, palesemente tardivi e opportuni, che tenderanno a discutere le sinistre accuse che nessuno ha confutato durante quasi quarant'anni. Chiamiamoli silenzi eloquenti.

Antipoden

Auf der anderen Seite der Welt
ein blatt
und unter diesem
ein blatt
und unter diesem
ein blatt
und unter diesem
ein blatt
und unter diesem
ein tisch
und unter diesem
ein boden
und unter diesem
ein zimmer
und unter diesem
ein keller
und unter diesem
ein erdball
und unter diesem
ein keller
und unter diesem
ein zimmer
und unter diesem
ein boden
und unter diesem
ein tisch
und unter diesem
ein blatt
und unter diesem
ein blatt
und unter diesem
ein blatt
und unter diesem
ein blatt

Ernst Jandl

In der Mitte 
Norman Junge 

Antipodi

Dall'altra parte del mondo
un foglio
e sotto questo
un foglio
e sotto questo
un foglio
e sotto questo
un foglio
e sotto questo
un tavolo
e sotto questo
un pavimento
e sotto questo
una stanza
e sotto questa
una cantina
e sotto questa
un globo terrestre
e sotto questo
una cantina
e sotto questa
una stanza
e sotto questa
un pavimento
e sotto questo
un tavolo
e sotto questo
un foglio
e sotto questo
un foglio
e sotto questo
un foglio
e sotto questo
un foglio

martedì 26 marzo 2013

jupiter unbewohnt

jupiter unbewohnt
merkur unbewohnt
saturn unbewohnt
uranus unbewohnt
neptun unbewohnt
venus unbewohnt
pluto unbewohnt
mars unbewohnt
erde ungewohnt

Ernst Jandl


giove inabitato
mercurio inabitato
saturno inabitato
urano inabitato
nettuno inabitato
venere inabitato
plutone inabitato
marte inabitato
terra inusitato

giovedì 21 marzo 2013

La ventitreesima lettera

Vi ricordate quella poesia in cui Raffaello Baldini dice che ci sono stati degli sbagli, è andata così, eppure se si fosse in tanti si potrebbe (e forse si dovrebbe) ricominciare tutto dal principio? Se non ve la ricordate la ricopio qui, ché non mi costa nulla:

Sgònd mè u s putrébb, ès 'na gran masa, a gémm
ch’ u i è stè di sbai, la préima vólta, u s sa,
ch’u n n’à còulpa niséun, la è ’ndèda acsè,
e ’rcminzé tótt da capo.
 

Baldini avrebbe voluto cambiare il mondo riazzerando completamente il sistema. Io sarei sostanzialmente d'accordo. Eppure, non tanto per il timore di affermare in modo semplice e naïf un no radicale al mondo in cui ci troviamo a vivere e di dover rifare tutto daccapo, quanto forse per la sensazione, o dovrei piuttosto dire convinzione, che la gran masa non si formi mai, provo un moto di altrettanta, se non maggiore, benevolenza e simpatia nei confronti di coloro che, sommersi dal fiume del tempo e dimenticati in una breve nota di un testo, non hanno chiesto la rifondazione del sistema, avendone accettato tutto sommato le regole, anche se complicate, anche se dai risultati dubbiosi e suscettibili di continui ripensamenti e sviluppi, ma ne hanno rivelato la falla, con un vero colpo di genio, in un dettaglio tanto infimo quanto devastante nelle sue conseguenze. Il testo in questione è Major trends in Jewish mysticism di Scholem e la nota si riferisce al circolo della Temunah.
Cerco di immaginarmelo, di tanto in tanto, il momento in cui emerse la falla del sistema, da quando il mio sguardo si è posato su quella nota: in una stanza polverosa e piena di manoscritti ed appunti svolazzanti frequentata da un ristretto circolo di ebrei tutti presi a sviluppare e a dibattere, fino a notte fonda, le teorie cabalistiche più sofisticate, inclusa quella del potere creativo delle lettere, una mattina, all'alba - diciamo del 1270 - arriva un uomo, trafelato, sudato, estenuato, che, dopo una notte passata a far collimare le idee più inconciliabili, l'uno e l'infinito, il principio del mondo e l'eternità, il nulla e il tutto, fa saltare giù dal letto tutti i compagni di studio gridando: "Sveglia, sveglia!  - pant, pant - Manca - pant - una lettera, manca - pant - una lettera!"
L'idea era questa: le cose non tornavano perché c'era ancora una lettera, nell'alfabeto ebraico, invisibile nell'eone presente ma destinata a ricomparire in un eone successivo. L'interpretazione della Torah era completamente da rivedere.
Non è mica per caso che siamo ancora nello stesso eone del XIII secolo; il tentativo fatto finora è pur sempre quello fatto per la préima vólta.


giovedì 14 marzo 2013

hay que llenar el mundo

HAY QUE PAVIMENTAR la cordillera
pero no con cemento ni con sangre
como supuse en 1970
hay que pavimentarla con violetas
hay que plantar violetas
hay que cubrirlo todo con violetas
humildad
             igualdad
                         fraternidad
hay que llenar el mundo de violetas

Nicanor Parra

Violeta e Nicanor Parra

BISOGNA PAVIMENTARE la cordigliera
ma non con cemento o con sangue
come supposi nel 1970
bisogna pavimentarla con violette
bisogna piantare violette
bisogna coprire tutto con violette
umiltà
         eguaglianza
                          fraternità
bisogna riempire il mondo di violette


Dizionario di tutte 'e cose - M come Mai

La Compagnia di Gesù, l'altra Corporazione denominata delle Dame del Sacro Cuore di Gesù, e quella degli Oblati di San Carlo, e Maria Ss.ma, sono escluse da tutto lo Stato, e non potranno mai venirvi ammesse.

Cesare Leopoldo Bixio, Progetto di legge per l'esclusione perpetua dallo Stato della Compagnia di Gesù, della Corporazione delle dame del Sacro Cuore di Gesù e della Corporazione degli oblati di S. Carlo e Maria SS.ma; scioglimento delle loro case e collegi e avocazione dei beni allo Stato, 22.05.1848, approvato dalla Camera il 21 luglio 1848
Disegni e proposte di legge e incarti delle commissioni 1848 - 1943, Legislatura I 08.05.1848 - 30.12.1848

mercoledì 13 marzo 2013

Pour une réévaluation du concept d'oubli

" J'ai vu les résultats des élections en Italie et j'ai pensé à toi. "

martedì 5 marzo 2013

Dietro questo blog

Per molto tempo ho scritto simulando indipendenza e libertà di giudizio.
Mentivo, naturalmente, perché anche dietro questo blog c'è un guru.
Ci vediamo in sulla piazza del palagio publico, sarà un aggradimento.
Come riconoscerci? Io son colei che, svoltando l'angolo che mena in sulla piazza, declama: le vele le vele le vele!, lui è un po' più anziano di me e mi segue dappresso.