martedì 9 febbraio 2021

A volte ritornano: il fine orecchio di Giove

Dopo anni di inani tentativi e molte insistenze, non appena riavutasi dall'ultimo, clamoroso insuccesso, la dea della democrazia, Sola, è riuscita di nuovo, appena qualche giorno fa, ad arrivare al cospetto di Giove e si è rivolta a lui ancora più accorata perché ascolti davvero, infine, le preci del popolo di Roma.

- Gioove! Gioove! Gioove!
- ...
- Gioove!
- ...
- AGGIOVE!
- Anvedi, ancora la pischella. Che d'è?
- Giove, sono 27 anni che non muovi neanche un dito mignolo, per il popolo di Roma.
- E daje co' 'sta storia. Nun me va de faticà, gnaafò. So' stanco, c'ho da fà, che, no 'o sai? C'ho 'na fila de ggente che me chiede de interrompe l'ultima epidemia. 
- Fallo almeno per Europa: non provi più un briciolo d'amore per Europa?
- Eh, certo che lo provo. Tutti i ggiorni che mando sulla tera, lo provo.
- Allora rispondi al popolo di Roma. Dice che se gli dai quello che chiede, Europa ritorna da te, in tutto il suo splendore.
- Eh, ma l'altra vorta mica è tornata da me, Europa. 
- Ma scusa, che ti aspettavi? T'avevano chiesto mari e monti, Giove, e tu Mario Monti gli avevi dato.
- Ma davero? Nun me ricordo bbene. E comunque che vvo', er popolo de Roma, adesso?
- Sai, la situazione è così complicata, che ora vorrebbe che gli mandassi dei maghi, a sbrogliare i casini di varia natura in cui si trovano.
- E che cce vo'. Eccheteli tiè.

martedì 2 febbraio 2021

The Hill We Climb

When day comes we ask ourselves
Where can we find light in this never-ending shade?
The loss we carry,
A sea we must wade.
We braved the belly of the beast;
We’ve learned that quiet isn’t always peace.
And the norms and notions of what just is
Isn’t always justice.
And yet the dawn is ours before we knew it.
Somehow we do it;
Somehow we’ve weathered and witnessed
A nation that isn’t broken but simply unfinished.
We, the successors of a country and a time
Where a skinny black girl descended from slaves
And raised by a single mother can dream of becoming president,
Only to find herself reciting for one.
And yes we are far from polished, far from pristine,
But that doesn’t mean we aren’t striving to form a union that is perfect.
We are striving to forge a union with purpose,
To compose a country committed to all cultures, colors, characters and conditions of man.
And so we lift our gaze not to what stands between us,
But what stands before us.
We close the divide, because we know to put our future first,
We must first put our differences aside.
We lay down our arms
So we can reach out our arms to one another.
We seek harm to none and harmony for all.
Let the globe, if nothing else, say this is true:
That even as we grieved, we grew,
That even as we hurt, we hoped,
That even as we tired, we tried,
That we’ll forever be tied together, victorious—
Not because we will never again know defeat
But because we will never again sow division.
Scripture tells us to envision
That everyone shall sit under their own vine and fig tree,
And no one shall make them afraid.
If we’re to live up to our own time,
then victory won’t lie in the blade but in all the bridges we’ve made.
That is the promised glade,
The hill we climb if only we dare it.
Because being American is more than a pride we inherit,
It’s the past we step into and how we repair it.
We’ve seen a force that would shatter our nation rather than share it,
Would destroy our country if it meant delaying democracy.
And this effort very nearly succeeded,
But while democracy can be periodically delayed
It can never be permanently defeated.
In this truth, in this faith we trust,
For while we have our eyes on the future, history has its eyes on us.
This is the era of just redemption.
We feared at its inception.
We did not feel prepared to be the heirs of such a terrifying hour,
But within it we found the power
To author a new chapter,
To offer hope and laughter,
To ourselves sow. While once we asked:
How could we possibly prevail over catastrophe?
Now we assert: How could catastrophe possibly prevail over us?
We will not march back to what was,
But move to what shall be,
A country that is bruised but whole,
Benevolent but bold,
Fierce and free.
We will not be turned around or interrupted by intimidation
Because we know our inaction and inertia will be the inheritance of the next generation.
Our blunders become their burdens
But one thing is certain:
If we merge mercy with might and might with right,
Then love becomes our legacy
And change our children’s birthright.
So let us leave behind a country better than the one we were left.
With every breath of my bronze pounded chest,
We will raise this wounded world into a wondrous one.
We will rise from the golden hills of the West.
We will rise from the windswept Northeast where our forefathers first realized revolution.
We will rise from the lakeland cities of the Midwestern states.
We will rise from the sunbaked South.
We will rebuild, reconcile and recover
In every known nook of our nation,
In every corner called our country,
Our people, diverse and beautiful,
Will emerge battered and beautiful.
When day comes we step out of the shade,
Aflame and unafraid.
The new dawn blooms as we free it.
For there is always light if only we’re brave enough to see it,
If only we’re brave enough to be it.

Amanda Gorman


La collina che scaliamo

Quando arriva il giorno ci chiediamo
Dove possiamo trovare la luce in quest'ombra senza fine?
Con la perdita che ci portiamo dietro,
È un mare che dobbiamo attraversare.
Abbiamo affrontato la tana del lupo;
Abbiamo imparato che il silenzio non vuol sempre dire pace.
E le norme e le idee di quel che è giusto
Non sono sempre giustizia.
E tuttavia l'alba è nostra prima che lo sapessimo.
In qualche modo la creiamo;
In qualche modo abbiamo resistito e siamo stati testimoni
Di una nazione che non è spezzata, ma solo incompiuta.
Noi, gli eredi di un paese e di un tempo
In cui una magra ragazza nera con schiavi, tra i suoi antenati,
Ed allevata da una madre sola, può sognare di diventare presidente,
Solo per trovarsi a declamare per uno.
E sì, siamo tutto fuorché raffinati e puri,
Ma questo non vuol dire che non ci stiamo battendo per creare un'unione che sia perfetta.
Ci stiamo battendo per forgiare un'unione con uno scopo,
Per comporre un paese votato a tutte le culture, a tutti i colori, a tutti i caratteri e a tutte le condizioni dell'uomo.
E allora mettiamoci a guardare non quello che si erge tra di noi,
Ma quello che si erge dinanzi a noi.
Colmiamo lo spazio che ci divide, perché sappiamo anteporre il futuro,
Dobbiamo innanzi tutto mettere da parte le nostre differenze.
Stendiamo le braccia
Per potercele toccare l'un l'altro.
Non cerchiamo di danneggiare nessuno, cerchiamo armonia per tutti.
Possa se non altro il mondo dire che questo è vero:
Che persino con le lacrime, siamo cresciuti,
Che persino facendo male agli altri, abbiamo sperato,
Che persino stancandoci, ci abbiamo provato,
Che saremo legati per sempre assieme, vittoriosi—
Non perché non conosceremo mai più la sconfitta
Ma perché non semineremo mai più la divisione.
Le scritture ci dicono di immaginare
Che ognuno siederà sotto la propria vite e il proprio fico,
E nessuno gli farà paura.
Se dobbiamo essere all'altezza del nostro tempo,
allora la vittoria non sarà nella lama, ma in tutti i ponti che avremo costruito.
Quella è la radura promessa,
La collina che scaliamo se solo osiamo farlo.
Perché essere americano è più di un orgoglio che ereditiamo,
È il passato in cui entriamo e il modo in cui lo ripariamo.
Abbiamo visto una forza che manderebbe in frantumi la nostra nazione piuttosto di condividerla,
Distruggerebbe il nostro paese se intendesse ritardare la democrazia.
E questo sforzo per pochissimo non ha avuto successo,
Ma mentre la democrazia può essere periodicamente sospesa
Non può essere mai definitivamente sconfitta.
In questa verità, in questa fede confidiamo,
Perché mentre rivolgiamo gli occhi al futuro, la storia rivolge i suoi su di noi.
Questa è l'era del riscatto e basta.
Abbiamo avuto paura, quando è iniziato.
Non ci siamo sentiti preparati a diventare gli eredi di un'ora così terribile,
Ma in questo lasso di tempo abbiamo trovato la forza
Di scrivere un nuovo capitolo,
Di cominciare a regalarci
Speranza e riso. Mentre una volta chiedevamo:
Come potremmo mai avere la meglio sulla catastrofe?
Ora affermiamo: Come potrebbe mai la catastrofe avere la meglio su di noi?
Non marceremo indietro su ciò che è stato,
Ma ci muoveremo verso quello che sarà,
Un paese ferito, ma integro,
Gentile, ma coraggioso,
Fiero e libero.
Non ci gireremo o ci fermeremo per un'intimidazione
Perché sappiamo che la mancanza di azione e l'inerzia saranno l'eredità della prossima generazione.
I nostri errori diventano i loro oneri
Ma una cosa è sicura:
Se coniughiamo la compassione con il potere e il potere con il diritto,
Allora l'amore diventerà il nostro lascito
E cambierà il diritto di nascita dei nostri figli.
Lasciamoci allora alle spalle un paese migliore di quello che ci è stato dato.
Con ogni respiro del mio petto di bronzo,
Trasformeremo questo mondo ferito in uno splendido.
Ci alzeremo dalle colline dorate dell'Ovest.
Ci alzeremo dal Nord-est spazzato dal vento dove i nostri antenati per primi hanno compiuto la rivoluzione.
Ci alzeremo dalle città sui laghi degli stati del Midwest.
Ci alzeremo dal Sud indurito dal sole.
Ricostruiremo, riconcilieremo e guariremo
In ogni nicchia nota della nostra nazione,
In ogni angolo che si chiama il nostro paese,
Il nostro popolo, variegato e bellissimo,
Emergerà malmenato e bellissimo.
Quando si fa giorno, usciamo dall'ombra,
In fiamme e senza paura.
La nuova alba fiorisce a mano a mano che la liberiamo.
Perché c'è sempre luce, se solo siamo abbastanza coraggiosi da vederela,
Se solo siamo abbastanza coraggiosi da esserla.