mercoledì 30 gennaio 2013

Die Löcher sind die Hauptsache/Quel che conta sono i fori

Ich habe dich so lieb

Ich habe dich so lieb
Ich würde dir ohne Bedenken
Eine Kachel aus meinem Ofen
schenken.

Ich habe dir nichts getan.
Nun ist mir traurig zu Mut.
An den Hängen der Eisenbahn
Leuchtet der Ginster so gut.

Vorbei verjährt
Doch nimmer vergessen
Ich reise.
Alles, was lange währt,
ist leise.

Die Zeit entstellt
Alle Lebewesen.
Ein Hund bellt.
Er kann nicht lesen
Er kann nicht schreiben.
Wir können nicht bleiben.

Ich lache.
Die Löcher sind die Hauptsache
An einem Sieb.
Ich habe dich so lieb.

Joachim Ringelnatz


Ti amo così tanto

Ti amo così tanto
che senza tanti pensieri
così, su due piedi, ti regalerei
una piastrella della mia stufa.

Non ti ho fatto niente.
Ora la tristezza scende.
È dove il treno si inerpica lentamente
che la ginestra meglio risplende.

Sorpassato
eppure mai dimenticato.
Viaggiare mi piace.
Tutto quel che dura
tace.

Il tempo sfregia
tutti gli esseri viventi.
Un cane abbaia.
Non sa leggere
non sa scrivere.
Ma noi non possiamo rimanere.

Rido.
Quel che conta in un colino
sono i fori, i fori soltanto.
Ti amo così tanto. 

Ustica

Civilmente,
l'aereo è stato abbattuto.
L'aereo è stato abbattuto
così civilmente
da non lasciare traccia
penalmente.

giovedì 24 gennaio 2013

Storia di un esergatore - 6

En el libro XIII de las Analectas, Tzu-Lu pregunta a Confucio: «Si el Duque de Wei te llamase para administrar su país, ¿cuál sería tu primera medida? Él Maestro dijo: La reforma del lenguaje».
Octavio Paz, El Arco y la Lira




I partiti sono morti, zombie che camminano, strutture del passato, costruzioni artificiali.

Siete dei cadaveri ambulanti.

Vi seppelliremo vivi.

Sei uno zombie.

Questi farisei, sepolcri imbiancati spruzzati di un rosso antico ormai stinto, pretendono di dettare le regole della morale.

I politici sono stati seppelliti alla veloce e sostituiti dall’esorcista Mario Monti. Puzzavano per la decomposizione. Il lavoro dei becchini era urgente e necessario. Il loro fetore non era più sopportabile.  
Rigor Montis in cinque mesi di governo è ringiovanito, l'aria di palazzo Chigi gli ha fatto bene dopo anni di panchina in Bocconi. Pdl e Pdmenoelle sembrano invece invecchiati di un secolo. Il Liquidatore Finale è sempre più vivo mentre i Gemelli del Debito Pubblico sono sempre più morti.

A Bersani non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione. 

I partiti e gli italiani sono separati in casa. L'unica comunicazione tra il cittadino e i partiti che hanno occupato le istituzioni è quella ruffiana dei media che tiene in vita i morti. Sui quotidiani e in televisione si celebra il giorno dei defunti tutto l'anno, da Boss(ol)i a D'Alema, ma anche dei nati morti, come Renzi e Alfano. Un antico supplizio prevedeva che si legasse un uomo vivo a un cadavere. 

I giornalisti nel ruolo consueto di medium li hanno riportati in vita. Zombie in poltrona ci spiegano come uscire dalla crisi, i sacrifici che ci attendono, una nuova visione dell’economia. Loro, i responsabili del disastro. Nessuno che chieda scusa e ritorni nella tomba. Perché evocare i morti e non invitare i vivi?

Perché non mi vogliono? Non mi vogliono perché sono morti. Sono finiti. Li tenete in vita voi. Tu la prima domanda che mi hai fatto qui è di quel nano. Li tenete in vita voi. Sono morti. Voi non siete media, siete dei medium, perché fate parlare dall'aldilà della gente scomparsa. Qui abbiamo della vita, dei sentimenti, abbiamo dei programmi.

Siamo vivi, vivi! Siamo usciti dalle catacombe. Siamo sopra e oltre. Sopra al nulla della politica, oltre questa civiltà basata sul denaro e sul consumismo. Sopra e oltre. Io ci credo, voi ci credete. La Rete ci ha unito. Possiamo cambiare la società, il mondo solo se lo vogliamo. Cosa abbiamo da perdere?
Siamo vivi, non fatevi contaminare dai morti. 

Noi siamo vivi in un Paese di morti, di vecchi che occupano ogni spazio e si credono eterni, che si nutrono di potere e si sono fottuti la vita.

La mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la sua vittima.

Dichiarazioni/scritti del megafono al servizio degli attivisti del Movimento 5 Stelle o, per brevità, attivisti 5 stelle.


Les hommes politiques se demandent pourquoi on ne les aime pas. C'est pour ça. Ils nous prennent pour des imbéciles. L'impardonnable, c'est qu'il leur arrive d'avoir raison.
Geroges Perros, Papiers collés III, Gallimard


Ci verranno a dire (e forse lo hanno già detto, ma io ero distratto) che gli attivisti del Movimento 5 Stelle o, per brevità, attivisti 5 stelle, vanno ascoltati. Ce lo verranno a dire e forse lo hanno già detto, ma io ero distratto da parole come farina, lievito, acqua e sale, da una frase come fare il pane e dal pensiero che dopo aver pronunciato questa frase e aver manipolato farina, lievito, acqua e sale, rispettando i tempi di lievitazione e di cottura, Teresa dal forno estraeva effettivamente del pane. Ci verranno a dire che gli attivisti del Movimento 5 Stelle o, per brevità, attivisti 5 stelle, vanno ascoltati perché, al di là dell'organizzazione interna, del metodo e dello stile, pur tuttavia sollevano dei problemi reali. Ce lo verranno a dire perché lo dicono sempre (così dicevano anche della Lega).
Io direi di no. No, non vanno ascoltati. Cosa c'è da ascoltare? La lingua non mente.

Parte precedente.

venerdì 4 gennaio 2013

Mi è successo qualcosa di strano

Filippo, andando in barca sul Tamigi: "Mi è successo qualcosa di strano. Mi sono messo a leggere la Divina Commedia su cui faccio corsi di lezioni e conferenze da vent'anni. Finora non me la sentivo, dovendo insegnarla, di andare anche a leggerla. Le parti che avevo letto a scuola (e un po' da militare, durante le marce) le so più o meno a memoria, ma naturalmente non sono sicuro chi siano o di dove i personaggi, tranne quando i versi me lo dicono:

e se' Alessio Interminei da Lucca.

Sullo slancio mi sono messo anche a leggere le altre "opere" di Dante. È uno spasso.
Ma il libro che conosco meno tra quelli che insegniamo è però un testo più recente, Il Gattopardo. Questo letteralmente non l'ho mai letto, a dispetto del fatto che da oltre un decennio ci faccio lezione, assegno e leggo "saggi", invento domande per i compiti scritti d'esame, e do voti alle risposte. Sul libro (plot e personaggi) so tutto ciò che dicono gli studenti. Non ho alcuna curiosità di leggerlo." Così Filippo, trasognato. 

Luigi Meneghello, Le carte, cit. più volte

martedì 1 gennaio 2013

Ma che giornata, oggi. Non sembra Torino/Mais aujourd'hui, quelle journée. On ne dirait pas Paris

Mattinata romana di sole sulla terra e sull'acqua, frizzante, sapida, viva. Un capodanno mai visto. Seguirà un anno spaventoso?
Al 3 operazione, che mi darà nuova pace. Nel '47 non ho scritto niente (qualche dialogo e inizio romanzo). Non ho fatto niente. Sono usciti i due libri. Sono stato a Roma e al mare, sempre svelto, sempre un poco affannato. Paura o prurito?
Ma che giornata, oggi. Non sembra Torino. È un inverno più strano del '43-'44. Sembra una città nuova in cui si arriva la mattina dal treno, e si sa che si girerà si vedrà si vivrà. Una città sul mare col sole che schiara gli ultimi piani delle case, dei palazzi, e le colline aperte.

1° gennaio 1948
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, Einaudi, 1952



Matinée romaine de soleil sur la terre et sur l'eau, mordante, savoureuse, vivante. Un premier janvier comme je n'en ai jamais vu. Une année terrible va-t-elle suivre ?
Le 3, opération qui me donnera une paix nouvelle. En 47, je n'ai rien écrit (quelques dialogues et début d'un roman). Je n'ai rien fait. Mes deux livres sont sortis. Je suis allé à Rome et à la mer, toujours vif, toujours un peu haletant. Peur ou envie ?
Mais aujourd'hui, quelle journée. On ne dirait pas Turin. C'est un hiver plus étrange que celui de 43-44. On dirait une ville nouvelle où l'on arrive le matin par le train, et l'on sait que l'on va se promener, voir, vivre. Une ville au bord de la mer avec le soleil qui éclaire les derniers étages des maisons, des palais, et les collines ouvertes.

1er janvier 1948
Cesare Pavese, Le métier de vivre, traduit par Michel Arnaud, Gallimard, 1958