lunedì 8 settembre 2014

Morire per l'hotel Excelsior

Per una serie di casualità (includenti il mio essere nata in Italia ed il mio frequentare librerie, una decisione del passato che trovo tuttora giustificata, quella di votare con i piedi andandomene in Germania, ed un probabile errore di cui non mi pento, quello di aver continuato ad usare i piedi per varcare la frontiera tedesco-francese), mi trovo ora tra le mani uno dei pochi libri di cui non creda esista un'edizione priva dell'intervento di un traduttore, in quanto scritto, nella sua prima redazione, in parte in francese ed in parte in italiano. Nell'edizione di cui dispongo, la parte francese è naturalmente lasciata telle quelle, mentre la parte italiana è stata tradotta in francese da Gabrielle Cabrini e trasformata in corsivo, per distinguerla dal francese dell'autore. Nell'edizione italiana cui ho avuto parziale accesso, del 1966, la parte francese è stata tradotta in italiano, probabilmente dall'autore stesso. Se tutte le edizioni italiane sono effettivamente così, allora i lettori di queste mie paginette possono trovare, unici al mondo, le due versioni originali. Siccome sono paginette, so che non si monteranno la testa.

Samedi 13 septembre.
Si je ne suis pas mort, c'est parce qu'il n'y avait pas, en Italie, un « hôtel Majestic » pour lequel il vaille la peine de mourir.
Il fait très chaud. J'habite rue Galilée.
Dans la rue Galilée, entre l'avenue d'Iéna et la place des Etats-Unis, sur la façade au n° 17, sur une plaque de marbre, j'ai lu cette merveilleuse épitaphe : « Ici est tombé, le 25 août 1944, Raymond-Charles Bonenfant, marié, père de famille, mort pour la libération de l'hôtel Majestic. A sa mémoire. Ceux qu'il a délivrés. »
C'est-à-dire les clients de l'hôtel Majestic.
J'aime et respecte M. Charles Bonenfant. Si, pendant les combats de la libération, il m'était arrivé de mourir, je n'aurais pas voulu mourir pour l'Italie, pour l'Italie entière. Il y a en Italie beaucoup, oh, mais beaucoup ! de cochons, de salauds, pour lesquels je n'aurais jamais voulu, ne voudrais nullement mourir. 
Je n'aurais pas voulu non plus mourir pour la libération de Rome, ou de Florence, ou de Milan. Ah ! non ! A d'autres, pas à moi. Je suis, moi, de la race de M. Raymond-Charles Bonenfant. J'aurais voulu mourir pour quelque chose de bien personnel, de bien gentil, de bien propre, et pas trop grand : par exemple pour la libération de l'hôtel Excelsior. Au moins, j'aurais eu quelqu'un qui me serait resté reconnaissant ; non pas l'Italie, non pas les Italiens, mais la clientèle de l'hôtel Excelsior.
« Moi, cela m'est égal, parce que j'écris Paludes. » 
Curzio Malaparte, Journal d'un étranger à Paris, éditions de la Table Ronde, 2014. Première edition : Denoël, 1967 



Sabato, 13 settembre 
Se non sono morto, è perché non c'era, in Italia, un Hotel Majestic per il quale valesse la pena di morire.
Fa molto caldo. Abito in rue Galilée.
In rue Galilée, dove abito, tra l'avenue di Iéna e piazza degli Stati Uniti, sulla facciata della casa al n. 17 ho letto in una lapide questo meraviglioso epitaffio: «Qui è caduto, il 25 agosto 1944, Raymond Charles Bonenfant, del FFI, coniugato, padre di famiglia, morto per la liberazione dell'Hotel Majestic. Alla sua memoria, coloro che ha liberato».

Ossia i clienti dell'Hotel Majestic.
Amo ed onoro Charles Bonenfant. Se, durante la guerra di liberazione, mi fosse capitato di morire, non avrei voluto morire per l'Italia, per tutta l'Italia. Vi sono in Italia molte, oh, ma tante porcherie, sudicerie, per le quali non avrei mai voluto e non vorrei affatto morire.
E nemmeno avrei voluto morire per la liberazione di Roma, o di Firenze, o di Milano. Oh, no! Altri, non io. Io sono della razza di Raymond Charles Bonenfant. Avrei voluto morire per qualche cosa di molto personale, di molto gradevole, di molto pulito, e non troppo grande. Per esempio, per la liberazione dell'Hotel Excelsior. Almeno, avrei avuto qualcuno che mi sarebbe rimasto riconoscente: non l'Italia, non gli Italiani, ma la clientela dell'Hotel Excelsior.
«Per me è lo stesso, perché io scrivo Paludes».

*Nell'edizione italiana del 1966, il signor Bonenfant è stato cambiato in Bonefant. Non me la sono sentita di replicare questo cambio: ecco il mio apporto creativo odierno.