domenica 12 novembre 2006

Le mie invisibilissimi pagine

Ognuno lavora come crede. Uno dei lavori più graditi, per me, dei più appassionanti, il lavoro dei lavori, è ...non scrivere. Ci passerei tutta la vita [...]. Si lavora d'immaginazione, e non è lavoro da tutti .[...] Quante idee, diventate fisse, hanno condotto al manicomio, quante hanno trascinato gente a massacrarsi. Il meglio è scriverle per esclusivo uso interno. Lasciatele al loro stato di puro spirito: è il solo modo per gioirne liberamente, il solo che permetta di averne la mente di continuo ventilata. Fermarsi a tradurne in atto, sia pure su semplice carta, una, vuol dire farsene tiranneggiare; vuol dire escludere tutte le altre possibili; soffocare, forse per educare una rapa, i mille e mille germi odorosi di un giardino incantato. Corteggiatele tutte, le idee, non sposatene nessuna. La tradirete o vi tradirà? E' grazie a questi solidi principii che di continuo riesco a regalarmi alla fantasia invisibili pagine meravigliose che scritte sarebbero sciupate.

Ernesto Ragazzoni, "Le mie invisibilissimi pagine", 1919

Tutti i testi del volume Buchi nella sabbia e pagine invisibili si trovano qui.