domenica 18 aprile 2010

Passeri contro cannoni

In Italia c'è una contrapposizione nord-sud, che ha delle ragioni storiche e delle responsabilità politiche locali e nazionali di lunga data, che al nord trova, a partire dagli anni Ottanta, un significativo consenso politico, un consenso che premia in particolare un partito, la Lega Nord per l'Indipendenza della Padania di Umberto Bossi, alleata di Silvio Berlusconi e fresca vincitrice delle ultime elezioni regionali. In Veneto, per esempio, la Lega ha ottenuto più di un terzo dei voti di coloro che sono andati a votare nell'ultima tornata elettorale. Questo partito si è inventato un territorio amministrativo, la Padania appunto, dei cui interessi si proclama difensore, e si è inventata una sua storia basata su radici celtiche (sic) dimostrando amnesia, se non ignoranza, non solo di tutte le altre - ben più profonde e prolifiche, almeno in Italia - radici, ma anche, nell'esibire insofferenza nei confronti del sud, senza i cui immigrati città come Milano e Torino sarebbero dimezzate, o nei confronti degli immigrati stranieri, dimostrando amnesia totale del più recente passato povero e contadino di territori settentrionali ad altissimo tasso di emigrazione all'estero (un unico, piccolo esempio: in prima elementare, mia madre aveva più di trenta compagni di classe, che in quinta sono diventati undici; tanti bocciati? No: tutti emigrati in Canada e in Argentina). Stigmatizza poi le magagne e le debolezze del sud chiudendo sistematicamente gli occhi su quelle del nord, attribuisce all'Europa e all'euro difetti economici strutturali tutti interni, attacca, usando un linguaggio violento, la Costituzione e le diverse istituzioni nazionali, di cui ormai è parte integrante da decenni, propone e assume, laddove amministra la cosa pubblica, iniziative xenofobe e populiste, che non sembrano avere propriamente come priorità la ricerca della soluzione dei problemi concreti nazionali e nemmeno di quelli locali: tra le varie soluzioni proposte per rilanciare l'economia di fronte all'esuberante crescita di Paesi lievemente più potenti dell'Italia a livello mondiale, ricordo la proposta di un sistema di salari differenziato tra le regioni del nord e quelle del sud - le cosiddette "gabbie salariali" - e l'introduzione dei dazi sulle importazioni.

Tutte cose note e stranote, ma alle volte me le ripeto per non dimenticarmi che non sono frutto di fantasia, ma concrete, reali e presenti.

A coloro che esprimono il proprio voto per un partito avente programmi, proposte e memoria di così corto respiro e che continuano a chiamare spregiativamente "terroni" (nelle varianti dialettali: "terùn" e "teròn") dei connazionali solo perché, pur avendo lavorato la terra esattamente come l'hanno lavorata i contadini al nord, l'hanno fatto a qualche grado di latitudine più a sud, niente sembra far apparire ridicoli e inadeguati gesti, parole ed azioni di un partito come la Lega, niente. Figuriamoci allora a cosa potrà mai servire lasciare traccia (qui, poi!) di un fatto dell'Ottocento del tutto secondario, confinato al mondo musicale e alle sue tendenze. A niente, ovvio, ma lo faccio lo stesso, in ossequio al titolo del blog e pure con la stessa pedanteria usata nella premessa iniziale.

Nella prima metà dell'Ottocento, ben prima dell'unità politica dell'Italia, la cultura musicale si mescola in modo sempre più evidente, vede lo scambio reciproco di apporti provenienti dalle diverse scuole locali e trova un gusto di carattere nazionale che produrrà influssi e farà conoscere il Paese in tutto il mondo. Il siciliano Bellini (Catania, Regno di Sicilia, 1801 - Parigi 1835), rappresentante della scuola napoletana, viene assorbito dall'ambiente milanese, che gli tributa grandi successi: la Sonnambula e Norma vengono entrambe rappresentate per la prima volta nel 1831 a Milano, la prima al teatro Carcano, la seconda alla Scala. Il lombardo Donizetti (Bergamo, Repubblica Cisalpina, 1797 - Bergamo, Regno Lombardo-Veneto 1848) opera invece prevalentemente a Roma e a Napoli. Le opere di entrambi hanno successo anche all'estero e continuano tuttora a venire rappresentate ovunque.

Tra le composizioni del bergamasco, ce n'è una, minore, di impronta popolare, che si chiama Amor marinaro: è una canzonetta napoletana del 1835.

Amor marinaro

Me voglio fa' 'na casa miez' 'o mare
fravecata de penne de pavune.
Trallalallera, trallalallà.
D'oro e d'argiento voglio far li grade
e de prete preziuse li barcune.
Trallalallera, trallalallà.
Quanno Nennella mia se ne va a affacciare
ognuno dice: mo' spunta lu sole.
Trallalallera, trallalallà.

A sailor's love

I want to build a house in the middle of the sea
made of peacock feathers.
Trallalallera, trallalallà.
Of gold and silver I want to make the stairs
and of precious stones the balconies.
Trallalallera, trallalallà.
When my Nennella goes and looks out,
everyone says: now the sun is raising.
Trallalallera, trallalallà.

La canzonetta è stata interpretata, tra gli altri, anche da Cecilia Bartoli (Roma, Italia, 1966), mezzosoprano di una città, posta da qualche parte tra Bergamo e Catania, che ha lasciato qualche traccia leggermente più marcata nella storia del Paese, dell'Europa e di tutta l'area mediterranea, ripetto a quella celtica, ma questa è una storia molto più antica e oggi voglio usare solo un passero, contro i cannoni della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, questo:


Link diretto.

Nel video, la Bartoli canta al teatro palladiano di Vicenza.

P.S. Il titolo del post rimanda a questa poesia.
P.P.S. Per trovare nel dizionario italiano dei termini di origine latina o greca miez' 'o mare magno di quelli di origine celtica, bisogna avere molta, molta pazienza e una gran dose di fortuna.
P.P.P.S. Anche se ormai è un termine entrato nell'uso politico corrente, ogni volta che sento parlare di Padania a me viene in mente il Maradagal.

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