venerdì 20 maggio 2011

A Milano, che può cambiare

Mattina di tarda estate a Porta Romana, il punto milanese per cui passa l'unica retta che passi anche per il punto romano, a credere al nome. A credere al nome e alla città che lo contiene, c'è tutto un entrare ed un uscire, attraverso la porta, e invece no, è un nome ingannevole: i pedoni e le macchine ci passano intorno, mai sotto la sua arcata. Comunque, questa mattina di tarda estate non ci sono macchine. Siamo in tre, io dalla parte del Corso di Porta Romana e, sul marciapiede dentro le mura spagnole, due ragazzi sorridenti di un altrove che posso solo vagamente intuire (Maghreb, direi, ma conta fino ad un certo punto, perché l'identità è anche questione di futuro, se solo Milano vi si aprisse). Colgono frutti maturi: mele milanesi, un nome ed un concetto cui non avevo mai pensato. Lui carica tutto il proprio peso su una gamba, le prende di mira e le mitraglia a colpi di zainetto. Ad ogni centro, lei, china al suo fianco, le prende al volo, prima che cadano sull'asfalto. Non mi vedono, mentre passo oltre, verso Corso Lodi.

Milano, 2001

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