domenica 15 maggio 2011

certe cose non gliele puoi dire


l'ho imparato dopo, quel che è la terra, che quando andavo su, delle volte, il pomeriggio, perché non rende niente la terra, va bene, ma quando ci sei sopra, che viene sera, ci cammini sopra, sei sul tuo, è roba tua, vai per i campi, cammini, cammini, è tutta roba tua, ti senti un re, ma davvero, delle volte lo dicevo: io qui sono un re, invece no, ero un Berandi, e non lo sapevo, ero dei conti Berandi, e non lo sapevo che a Macerata i conti Berandi, altro che tre poderi, ne avranno avuti trecento, ma tre bastano per camminare, ne basta uno, cammini che ti rompi le gambe, ma certe cose non puoi raccontarle, non puoi, bisogna provare, questa terra che non c'è un'anima, il contadino ha lasciato, sono anni che ha lasciato, sei solo, arrivi al capanno, c'è quel mandorlo, schiacci due o tre mandorle, buone, guardi laggiù a marina, si fa notte, vien su la notte, cammina anche lei, vien su la luna, cammina anche lei, sempre più bianca, adesso corre, fra le nuvole, accendono le luci dappertutto, e te ti volti, guardi in giro, guardi, guardi, mamma, quant'è grande il mondo, e non lo sa nessuno che sei lì, non sanno neanche che ci sei, ce n'è dei milioni che non lo sanno, ma che milioni, ce n'è dei miliardi, Brandi Aurelio, boh, chi è Brandi Aurelio? ma anche a San Vito, chi è che sa chi sono io? per loro io non esisto, non ci sono, per miliardi di persone, e ti fermi e stai lì, in silenzio, ma che roba, in un minuto, prima ti pareva d'essere, comandare in terra, tutto te, e adesso sei perso, gli altri, la gente non sanno neanche che sei al mondo, è come se non ci fossi, fa la prova, puoi fare la prova, domanda in questo momento, qui, chi è che mi pensa a me? chi è che dice: dove sarà Brandi Aurelio? cosa farà? nessuno, e io invece ci penso a loro, a uno in Canadà, per dire, che si spunta i baffi davanti allo specchio, a un altro in Spagna, a Marsiglia, no, Marsiglia è in Francia, aspetta, a Siviglia, ecco, che beve un'aranciata fresca, un altro in Norvegia che fa le parole incrociate, porca puttana, sette lettere, cosa sarà? un altro in Giappone che corre, dove va? si è dimenticato una carta, un appuntamento, deve tornare a casa, gli accidenti, ecco, delle cose così, anche per stare un po' in compagnia, perché il giorno me la cavo, sono in negozio, viene la gente, parlo, brigo, ma la sera, la sera è lunga, sì, potrei andare al caffè, ma anche al caffè, cosa vuoi, dopo quando torni a casa ti viene un avvilimento, perché lì è pieno di gente, un daffare, un chiasso, un fumo, e dopo a casa, accendi la luce, chiudi la porta, e sei ancora più solo, invece se stai sempre solo ti fa meno impressione, ci sono delle domeniche, io, che sto a casa tutto il giorno, davvero, non vado da nessuna parte, e beh, dove vuoi andare? gli altri, li vedo, in giro, nei posti, vanno, vengono, chiacchierano, io dove vado? con chi? che delle volte, non lo so neanch'io, dico: e far finta? e in quel momento magari passa Edmo, dove va? va a casa, me l'immagino che arriva, entra, ed entro anch'io, si toglie la giacca, si è alzato lo scirocco, guasta il tempo, cos'hai fatto da mangiare? ma fammi i piselli, che non me li fai mai, che mi piacciono, lo sai che mi piacciono, è la stagione adesso, se non li fai adesso, in umido, piccoli, dolci, che me ne mangerei, ecco, così, sempre per stare un po' in compagnia, che dopo magari con Edmo mi ci imbatto il giorno dopo, e allora gli dico, questi piselli te li fa o non te li fa? che lui mi guarda: i piselli, che piselli? e io lì, come fai a spiegargli, viene troppo lunga, no, niente, dico, faccio per ridere, così, per scherzare, e dopo la gente dicono che sono strambo, ma certe cose non gliele puoi dire, se non ci arrivano da soli, non glielo posso mica dire io, sono loro che devono capire, invece, ma va là, non capiscono, e dicono che sono strambo.

Raffaello Baldini, Carta canta, Zitti tutti!, In fondo a destra : tre monologhi, Einaudi 1998

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