venerdì 27 maggio 2011

Ho fotografato il cielo per 365 giorni. C’era sì una sottolineatura di tipo biografico, ma c’era anche un invito alla continuità dello sguardo sulle cose, a non accontentarsi di dieci bellissimi cieli.
Luigi Ghirri

An den Raum

Ein Himmel ist der Waldweg,
Auf dem die Sterne kreisen −
So nah sind sie −
Auch abseits im All,
Zwischen den Gräsern
Und unter den Büschen.
Winde sind Füße, die manchmal
Du stillhältst, um keinen Stern
Zu zertreten. Manche erlöschen davon.
Hinter dir leuchten sie auf, da du
Vorbei bist. Wie Geäst knackt
Unter dir Donner. Du streckst
Eines Blitzes Arm aus und
Greifst einen Glühwurm und legst ihn
Auf den Wolkenteller deiner Hand.
Davon wird es hell und tagt.
Und so bestimmst du die Tage,
Die Wetter, den Wuchs einer Erde,
Die an dir sein muß sehr unten,
Vielleicht an den Sohlen des Weltalls.

Uwe Greßmann


Allo spazio

Un cielo è il sentiero nel bosco
su cui ruotano le stelle −
sono così vicine −
anche lontano nell'universo,
tra le graminacee
e sotto i cespugli.
I venti sono piedi, che qualche volta
non muovi per non calpestare
le stelle. Se cammini, alcune si spengono.
Dietro di te alcune si riaccendono, ora che
le hai oltrepassate. Come rami crepitano
sotto di te dei tuoni. Stiracchi
il braccio di un fulmine e
afferri una lucciola e la posi
sullo strato delle nubi della tua mano.
Ne nasce il chiarore e fa giorno.
E così sei tu a determinare i giorni,
i tempi, la crescita di una Terra
che deve stare molto più in basso di te,
forse alle piante dei piedi dell'universo.


Luigi Ghirri, Infinito

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