lunedì 29 agosto 2011

Benvenuti nel 1234

(v. 3949) — Hai las !
(4344) — Que plains ?
(4503) — Mor mi !
(4761) — De que ?
(4878) — D’amor.
(4940) — Per cui ?
(4968) — Per vos.
(5039) — Qu’en pusc ?
(5096) — Garir !
(5155) — Consi ?
(5204) — Per gein.
(5230) — Pren li !
(5309) — Pres l’ai !
(5458) — E cal ?
(5460) — Iretz...
(5465) — Es on ?
(5467) — Als banz.
(5487) — Cora ?
(5499) — Jorn breu e gent.
(5721) — Plas mi.

— Ahimè!
— Di che vi lamentate?
— Muoio!
— Di che?
— D'amore!
— Per chi?
— Per voi.
— Che posso fare?
— Guarirmi.
— Come?
— Con un sotterfugio.
— Trovatelo!
— Trovato!
— E quale?
— Andrete...
— Dove?
— Ai bagni.
— Quando?
— Presto, un bel giorno.
— Piacemi!

Dialogo tra Guillem e Flamenca, sviluppato in chiesa nel corso delle messe celebrate tra il 7 maggio e il primo agosto 1234, tratto dal romanzo occitano del XIII secolo Flamenca, il cui unico manoscritto, incompleto, si trova nella biblioteca municipale di Carcassonne. Il dialogo comprende una battuta per funzione, cui Guillem partecipa travestito da chierico per cercare di rivedere Flamenca, da cui è rimasto folgorato (l'ha intravista solo fugacemente nel momento in cui lei si è scostata per un attimo il velo per sputare, a voler essere precisi).
Lo storico Jean Verdon vi accenna, nel mare delle informazioni scambiate tramite corrieri, araldi e messaggeri vari, in Information et désinformation au Moyen Age, Perrin, 2010 nell'ambito di un capitolo dedicato ai luoghi utilizzati all'epoca per lo scambio di informazioni. È un testo, quello di Verdon, che fa necessariamente pensare a come ci troviamo in pieno Medioevo, a parte le ovvie differenze dovute allo sviluppo tecnologico: basta sostituire il Vaticano con la CIA, i mercanti fiorentini e le loro corporazioni con le multinazionali, gli ebrei con gli immigrati indesiderati, le missive con le email, le balestre con i droni e la Provenza con Hollywood.

Nota: Jorn breu e gent deve essere un errore editoriale e dovrebbe limitarsi a Jorn breu: sta lì incongruamente solo per rompere le bisillabe.

2 commenti:

  1. a pensarci anche gli ebook assomigliano più ai manoscritti medievali che alle stampe successive: rinuncia al testo fisso e immodificabile, diminuzione del ruolo dell'Autore, palinsesti variabili etc. O forse no, forse è solo un modo per raccapezzarsi. Ma il dialogo rubato è magnifico, quello sì che resta sempre uguale. E poi l'occitania... Hai mai letto l'elogio dell'occitania di Simone Weil?

    RispondiElimina
  2. È davvero bello (forse è un bel plagio fatto alle spese di Peire Rogier, se ricordo bene).

    No, non l'ho mai letto, anche se naturalmente proposto così, dopo quei puntini di sospensione occitani fa venir voglia di leggerlo. Raccontamene tu qualcosa, se ti va.

    RispondiElimina