lunedì 25 luglio 2011

E sei sempre tu

E sei sempre tu, hai quegli occhi nel '43
li avevi nel '17
li avevi a Solferino nel '59
sei sempre tu dalle truppe di Napoleone
di Attila di Cortez
di Cesare e Scipione
tu, disertore di professione
nascosto tra i cespugli
a spiarli mentre fanno i bisogni
per fermare la storia.
Tu, scarico della memoria.

Franco Buffoni
Guerra, Milano, 2005

(Et c'est toujours toi, t'as ces yeux-là en 1943/tu les avais en 1917/tu les avais à Solférino en 1859/c'est toujours toi des armées de Napoléon/d'Attila de Cortez/de César et de Scipion/toi, déserteur de profession/caché dans les buissons,/qui les espionnes quand ils font leur besoins/pour arrêter l'histoire./Toi, décharge de la mémoire.)

((La guerra, soprattutto quella di Napoleone, è presente dietro e sotto i nomi di molte stazioni del métro: lui stesso, dopo esser stato strappato dalla noia di Sant'Elena, si trova proprio sopra la stazione Invalides. Solférino si è meritata una stazione tutta per sé. Verdun invece, con le sue centinaia di migliaia di morti, no: ci ho pensato ieri sera, lasciando, un po' immalinconita, la Gare de l'Est, sotto il cui pannello del métro c'è scritto proprio Verdun, ma a lettere molto più piccole di quelle usate per la Gare de l'Est, il che significa che se i soldati francesi non fossero partiti per il fronte da quella stazione, per Verdun probabilmente non ci sarebbero neanche quei piccolissimi caratteri. La stazione Au déserteur non ci sarà mai da nessuna parte, se escludiamo questo blog.))

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