venerdì 2 marzo 2012

Das nächste Dorf

Mit der Tiefe kommt man nicht vorwärts. Die Tiefe ist eine Dimension für sich, eben Tiefe - worin dann gar nichts zum vorschein kommt.
Bertolt Brecht
Con la profondità non si riesce ad avanzare. La profondità è una dimensione a sé, profondità per l'appunto, in cui non riesce ad apparire assolutamente niente. 

Ich erkläre B. abschließend, in die Tiefe zu dringen, sei meine Art und Weise, mich zu den Antipoden zu begeben.
Walter Benjamin
Per concludere, spiego a B. che penetrare nella profondità è il mio modo di recarmi agli antipodi.

Benjamin e Brecht a Skovsbostrand, alla periferia di Svendborg, passavano il tempo a leggere, scrivere, ascoltare la radio tedesca e austriaca e a giocare a scacchi in perfetto silenzio.
Il 29 agosto del 1934, in occasione del loro primo incontro in Danimarca, si confrontarono sull'interpretazione del testo breve di Kafka Das nächste Dorf:
Mein Großvater pflegte zu sagen: «Das Leben ist erstaunlich kurz. Jetzt in Erinnerung drängt es sich mir so zusammen, daß ich zum Beispiel kaum begreife, wie ein junger Mensch sich entschließen kann, ins nächste Dorf zu reiten, ohne zu fürchten, daß – von unglücklichen Zufällen ganz abgesehen – schon die Zeit des gewöhnlichen, glücklich ablaufenden Lebens für einen solchen Ritt bei weitem nicht hinreicht».
Il prossimo villaggio
Mio nonno aveva l'abitudine di dire: «La vita è straordinariamente corta. Ora, nel ricordo, mi si contrae a tal punto che io, per esempio, a malapena comprendo come un giovane possa decidersi ad andare a cavallo fino al prossimo villaggio senza temere - a prescindere da una disgrazia - che perfino il tempo in cui si svolge abitualmente, felicemente una vita, possa anche lontanamente bastare ad una tale cavalcata».
Non riporterò, tuttavia, le posizioni di Brecht e Benjamin a riguardo e, dati i limiti della mia comprensione da gentile, non tenterò nemmeno di presentare, a chi non lo conoscesse, il Talmud B, Eruvin 53b e le sue differenze rispetto al paradosso di Zenone. Sarò, se possibile, ancora più breve del solito e passerò rapidamente a riassumere come vedo io la questione della cavalcata.

Una possibile via di uscita al problema posto da Kafka potrebbe consistere nel rinunciare del tutto alla scelta tra la via breve e lunga e via lunga e breve di Eruvin 53b e nel farsi invece più tartaruga possibile rispetto ad Achille, nel bradipizzarsi e nel farlo al punto da scegliersi, come prossimo villaggio, il proprio villaggio, quello in cui si vive: predisporsi alla cavalcata scendendo da cavallo per farsi cavaliere di pietra.

No' stâ svolâ.
Dalongo i trae;
no' stâ cantâ,
gnanche d'istàe.

Sii piera grisa
che nissun bada,
polvere grisa
sora la strada.

Caligo fisso
che passa via,
svodo d'abisso
dopo una ssia.

No' stâ fidâte
de le to ore:
lássele scôre,
sensa voltâte.

Biagio Marin
Il non tempo del mare, 1964

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