lunedì 17 novembre 2008

5 dicembre 1929

Caro Signor Bino.
A parte che pronunciare dei giudizi è cosa contraria alla mia natura; come vuole che possa dare un giudizio "completo" sopra un materiale scarso ed insufficiente? Delle poesie che ha avuto la bontà di mandarmi, la prima (Sensazione*) mi è sembrata deliziosa; meno - per diversi motivi - mi sono piaciute le altre. In tutte però, ed anche nei poemetti in prosa (genere che non è riuscito a nessuno, eccezione fatta per Baudelaire), ci sono momenti d'ispirazione, e non mancano pregi formali. Non si arrabbi con me perché le dico con franchezza la (mia) verità; veda invece in questo una prova della mia approvazione in massima; nel caso contrario o non le avrei risposto, o mi sarei tenuto di più sulle generali. L'impressione che ho riportato dai suoi componimenti è che lei ha certamente un diritto a scrivere, ed a scrivere versi; più di così non posso dirle, perché l'esperienza mi ha insegnato che se pochi sono quelli che promettono, quasi nessuno poi mantiene. Per resistere alla vita bisogna avere in noi stessi molto di molte cose, ed anche di disperato dolore.
Non mi rimane che da ringraziarla per il dono che ha voluto farmi. E per concludere con un'immagine (già so che i poeti le amano) le dirò che la prima delle sue poesie mi è stata come un ramoscello verde che mi fosse pervenuto nel pieno di un rigido inverno.

Affettuosi saluti
Saba

Lettera di Umberto Saba a Bino Antonione, pseudonimo adottato da Sandro Penna nell'inviare le sue prime poesie a Saba.


*Titolo di La vita... è ricordarsi di un risveglio

La vita... è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all'alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell'aria pungente

Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l'azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
un mare tutto fresco di colore.

Nessun commento:

Posta un commento