domenica 30 dicembre 2012

Ich weiß nicht/Non so

Seit August gearbeitet, im allgemeinen nicht wenig und nicht schlecht, aber weder in ersterer noch in letzterer Hinsicht bis an die Grenzen meiner Fähigkeit, wie es hätte sein müssen, besonders, da meine Fähigkeit aller Voraussicht nach (Schlaflosigkeit, Kopfschmerzen, Herzschwäche) nicht mehr lange andauern wird. Geschrieben an Unfertigem: ›Der Prozeß‹, ›Erinnerungen an die Kaldabahn‹, ›Der Dorfschullehrer‹, ›Der Unterstaatsanwalt‹ und kleinere Anfänge. An Fertigem nur: ›In der Strafkolonie‹ und ein Kapitel des ›Verschollenen‹, beides während des vierzehntägigen Urlaubs. Ich weiß nicht, warum ich diese Übersicht mache, es entspricht mir gar nicht!
31. Dezember 1914 
 
 
Da agosto lavorato, in complesso non poco e non male, ma in nessun caso fino ai limiti della mia capacità, come sarebbe dovuto essere, specialmente considerato che la mia capacità, secondo tutte le previsioni (insonnia, mal di testa, insufficienza cardiaca), non durerà più a lungo. Scritto opere senza finirle: Il processo, Ricordando la ferrovia di Kalda, Il maestro del villaggio, Il sostituto procuratore ed altri inizi più brevi. Completato solo Nella colonia penale ed un capitolo del Disperso, entrambi durante le due settimane di ferie. Non so perché stia a fare questa carrellata: non mi corrisponde per niente!

8 commenti:

  1. Quante volte ho letto questo appunto dei Diari... Kafka come sempre si lamenta di se stesso, ma l'ultimo quadrimestre del 1914, dopo il famoso/spossante tribunale dell'Askanischer Hof, è quello più fitto dei prodotti del suo genio, ancor più, mi verrebbe da dire, dell'analogo periodo del '12 [per me la Colonia penale è una vetta assoluta, il teatro di Oklahoma non proprio ma quasi]. Tante volte, inoltre, mi domandai cosa sarebbe diventata la Ferrovia di Kalda se K. avesse messo in fila tutte le traversine, fino all'ultima. E' un racconto bellissimo, da svellere con calma dalla concrezione dei Diari. Infine la foto, scattata in quel tempo davanti a Casa Oppelt. Nell'altra metà della lastra c'è anche Ottla. Curiosità è il fatto che se si guarda con attenzione Kafka ha un dito della mano vistosamente fasciato. Si era tagliato qualche giorno prima, e non aveva applicato nulla, disinfettanti o altro, nella convinzione che bisognasse lasciare fare alla natura, coi suoi tempi, per avere una perfetta cicatrizzazione. Olistico e omeopatico [per dire...]

    RispondiElimina
  2. Forse a causa del tribunale. Forse d'altro: non era lo stesso anno in cui Musil gli aveva rifiutato la pubblicazione della Metamorfosi? Probabilmente per niente di tutto questo, tuttavia: era già il giudice di se stesso, il più severo di chiunque altro, anche delle tre donne a Berlino.
    Ogni volta che ho letto o pensato a queste righe del diario, invece, superato il senso di colpa provato nel leggere uno scritto contro la volontà del suo autore (ancora più acuto, nel caso dei diari), la mia attenzione è attratta da due cose in particolare: da quel "completato solo Nella colonia penale" (sì, concordo), tanto che avevo pensato di intitolare il post così, inizialmente, e da tutto quello che non c'è di lui nella descrizione del suo 1914, da quello che secondo lui gli avrebbe davvero corrisposto.
    Si era tagliato al pollice, comunque, se ricordo bene, e se ricordo bene ne scrisse a Felice.
    Chissà fino a che punto puoi arrivare tu se scrivi per davvero e non solo per dire.

    RispondiElimina
  3. E' vero, agisce questo imbarazzo nel leggere le carte private, gli epistolari, i diari degli scrittori. C'è da dire che nel Novecento credo sia stato solo Kafka l'autore verso il quale ho perpetrato questo "crimine" [sempre per dire]. Il disagio però nel caso dei Diari l'ho sentito meno: sono così pieni d'informazioni fondamentali! E poi c'è molta letteratura dentro, inizi, ampi frammenti direi fondamentali. Nel leggere invece le lettere a Felice e a Milena... ebbene lì effettivamente, mah, e certo [però che dire, è un po' di tempo che mulino l'idea di rileggermele da cima a fondo, le lettere a Felice, che gli dei mi perdonino]. Con altri epistolari, più datati, invece il senso di praticare un'indiscrezione cala, si prescrive da sé. Le lettere di Kleist per esempio me le son bevute più e più volte con grande piacere e senso d'impunità. Se poi penso che Kafka lesse il Kolhaas a una classe di bambini...

    RispondiElimina
  4. Non per lanciare una sfida, ma sei un pischello, come criminale. Gli dei non mi perdoneranno mai, temo, per la mia violazione dell'intimità tra Celan e la Bachmann. Lungi dal fornire informazioni fondamentali, tra l'altro.
    L'errore non è leggere Kolhaas a dei bambini, l'errore è farlo senza accostarvi la lettura di Chadži-Murat.

    RispondiElimina
  5. Ah no be', Celan e Bachmann no, effettivamente. E pensare che nemmeno troppo tempo presso una rivendita di libri usati ho pure trovato questo Nottetempo rosso intonso, perfetto, in vendita alla metà del prezzo. Ho vacillato, sul momento, ma poi ho temuto che gli dei eccetera. Ma nemmeno Montauk leggerei, forse [non tanto per Frisch, ma proprio per la Bachmann, che pare sempre uscirne male da queste vicende, per non dire altro]. Piuttosto, per venir un po' dalla pischellaggine, uno potrebbe, che so, attraversare la cruna Ocampo-Drieu La Rochelle, anche se non credo si tratti d'una impresa/bravata da far tremare le vene dei polsi.
    [Chadži-Murat dovrei leggerlo anch'io invero, e anche i Racconti di Sebastopoli. I Cosacchi invece no, quello l'ho letto. Ho visto inoltre che di Chadži di recente sono anche uscire traduzioni "d'autore"].

    RispondiElimina
  6. Le lettere a Felice, se non ricordo male, le abbiamo perché Felice le ha vendute, quindi se c'è un criminale, in tutta questa faccenda, non direi proprio che sia il lettore.
    (Io ho avuto la fortuna, il privilegio, l'onore, di studiare con Giuliano Baioni, forse il massimo studioso di Kafka al mondo. Ogni tanto capita che due baioniani casualmente si incontrino: ci riconosciamo all'istante come gemelli monozigoti. E suscitiamo immancabilmente l'invidia di chi ha potuto ammirare Baioni solo da lontano...)

    RispondiElimina
  7. Ci siamo impelagati nella criminalità perché ho optato per non mettermi ad interpretare le virgolette di Damiano che, come tutte le virgolette, intendevano sfumare il termine da loro racchiuso, in una direzione, tuttavia, che solo il virgolettatore può conoscere. Da parte mia, mi riferivo solo al pensiero, costante quando leggo Kafka, e più marcato nel caso degli scritti privati, che non era suo desiderio farsi leggere, è stato di Brod, il desiderio, assecondato, come è ovvio, da editori e lettori di mezzo mondo. Come noto, Kafka avrebbe voluto che tutti gli scritti fossero dati alle fiamme e che i 5 libri ed il racconto considerati da lui validi, vale a dire La condanna, Il fuochista (inizio di America), La metamorfosi, Nella colonia penale, Il medico di campagna e il racconto Un digiunatore, fossero affidati all'oblio, dispersi, andassero perduti (sie sollten ganz verloren gehen). È altrettanto noto, però, che scelse di non dare lui alle fiamme tutto, lasciando così una porta aperta al libero arbitrio dell'amico e al nostro, che continuiamo ad ignorare che cosa mai gli potesse davvero corrispondere per intero nel 1914, visto che la risposta facile (i suoi scritti) ce l'ha cassata il 31 dicembre di quell'anno.


    RispondiElimina
  8. Be' ma sì, chiaro, la parola "crimine" era posta molto tra virgolette. Mettiamole doppie, mettiamole triple. Del resto si trattava di quello: leggere le carte private di una persona, in questo caso un autore, è pur sempre una forma [lieve, meno lieve, nulla, ognuno avrà la sua] d'indiscrezione. Poi, anche se F.B. [Fräulein Bürstner?] s'è venduta le lettere di K., resta che noi leggiamo degli scritti contro la volontà del suo autore, qualsiasi sia la loro provenienza. Non è un crimine leggerli, ci mancherebbe. Poi, magari, non mi son spiegato bene... è che non ho studiato con Baioni.

    [quella storia là del Nachlass da dare alle fiamme, invece, ognuno c'ha detto la sua in tutti questi anni... resta che K. appunto la porta aperta all'arbitrio di Brod, quella l'ha lasciata, ed è un dato di fatto]

    RispondiElimina