giovedì 5 gennaio 2012

Il mistero delle lancette di rame

Oggi ho letto una poesia di 4000 anni fa. Purtroppo non l'ho fotografata per una mia più o meno inconsapevole reazione al numero di scatti e di flash che hanno costantemente accompagnato il mio breve percorso per le sale del museo in cui è ospitata, museo che visito da anni con circospezione, poco alla volta, in misura omeopatica. Nella stessa sezione del museo, mentre con un sorriso ebete ne stavo leggendo la traduzione francese (non conosco ancora la scrittura cuneiforme, che ho osservato inutilmente, cuneo per cuneo, lo stesso), i flash si concentravano tutti verso una stele di basalto che per notorietà, dimensione, materiale e collocazione, ma dubito per contenuto, assume per forza di cose il ruolo da prima donna: è il codice di Hammurabi. Ci devono essere milioni di fotografie sparse in album e cartelle di pc di mezzo mondo che, scattate tra una Nike di Samotracia ed una Gioconda, riproducono il testo originale di queste parole:
§215-217 Se un medico opera un nobile per una ferita grave con una lancetta di bronzo e ne salva la vita o se apre l'arcata sopraccigliare* di un nobile con una lancetta di bronzo e ne salva l'occhio, prenderà 10 sicli d'argento [circa 80 grammi]. Se si tratta di un popolano, prenderà 5 sicli d'argento. Se si tratta di uno schiavo, il proprietario dello schiavo darà 2 sicli d'argento al medico.
Riproducendo il testo originale, sono del tutto incapaci di suscitare la legittima domanda: e se la lancetta fosse stata di rame?***
Presumo siano invece poche le foto che contengono le parole di un figlio affidate ad un messaggero perché le riporti ad una madre lontana. La poesia, in effetti, incisa su un'anonima, piccola tavoletta di argilla** quasi smarrita tra molte altre tavolette dedicate a contratti, a tabelle di conversione di frazioni e ad osservazioni astronomiche, si concentra sui segni dai quali il messaggero potrà riconoscere la madre del poeta, a partire dal nome, ma soprattutto dai diversi modi in cui si può declinare la sua preziosa bellezza, e si conclude in modo disarmantemente semplice ed essenziale. Non l'ho fotografata, ma c'è naturalmente chi l'ha fatto per me.

10,4 cm x 5,4 cm x 2,9 cm

Messaggio di Ludingirra a sua madre

O messaggero reale, incamminati come inviato
speciale, porta questo messaggio a Nippur...
Non importa se mia madre è sveglia o dorme,
va dritto a casa sua.
Se non conosci mia madre, la riconoscerai
da questi segni: si chiama Sat-Ishtar...
Mia madre somiglia alla luce che brilla
all'orizzonte... stella mattutina che scintilla a mezzogiorno...
tesoro degno di un re, piena di seduzione...
Mia madre è la pioggia del cielo... un giardino di delizie,
un canale che porta acque fertili...
Mia madre è una principessa, una palma profumata,
un flacone d'alabastro che trabocca profumo...
Quando questi segni te l'avranno fatta riconoscere... dille:
"Ludingirra, il tuo amato figlio, ti saluta".

*In una gustosa traduzione italiana, il traduttore del comma 215 del codice di Hammurabi ha preferito "tunica" ad "arcata sopraccigliare". Ho il vago sentore che non sia il traducente più preciso, a meno che Hammurabi non si riferisse agli oculisti guardoni. Cercandone altre traduzioni, ho trovato che si spazia dalla cataratta al tumore. Urgono lezioni di accadico.

**Le tavolette cuneiformi, a differenza di quanto succede ai libri e ai dispositivi di lettura di libri elettronici, possono scherzare col fuoco, come già recitava un noto modo di dire sumerico. Ci sono casi di tavolette arrivate fino a noi proprio perché sopravvissute ad un incendio, che le ha provvidenzialmente cotte a puntino (altro modo di dire di origine sumerica. Stabiliva il momento in cui l'argilla, passando a terracotta, esaltava perfettamente la visibilità ad occhio nudo della minima incisione puntiforme).

***Un commento, involontariamente e salutarmente, mi segnala l'incongruità della domanda. Limitatevi alle parole di 4000 anni fa di Ludingirra e fate finta che le mie non ci siano. Lascio la domanda e tutto il resto: è il classico esempio di educazione di rape

3 commenti:

  1. Probabilmente il rame non è utilizzabile perché troppo malleabile: le lancette sono molto sottili, e una strisciolina di rame si piegherebbe. Il bronzo invece no.

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  2. Hai ragione, ho scelto l'esempio sbagliato. Mi aveva colpito, tuttavia, l'identificazione del materiale come un elemento esseniale per determinare le tariffe. Avevo immaginato un medico che sfuggisse al regime tariffario optando per uno strumento diverso, il che mi aveva indotto a ritenere la legge debole, anche se scolpita su cotanto basalto. In realtà, le 3 classi di uomini mi avevano fatto pensare più di tutto il resto, pur senza stimolarmi a scriverne neanche un rigo.

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  3. Mi ricordo quando ero ragazzina - sì, ok, è passato un bel po' di tempo, ma un po' meno della tavoletta di basalto - un tale in macchina ha preso sotto un ragazzo. E il giudice ha stabilito un risarcimento piuttosto modesto perché il ragazzo era figlio di un muratore e quindi era presumibilmente destinato a diventare anche lui muratore o qualcosa del genere, ossia persona di scarso valore commerciale, mentre se fosse stato figlio di un avvocato o di un architetto da grande avrebbe fatto un sacco di soldi e quindi il padre sarebbe stato risarcito con una cifra molto maggiore. Niente di nuovo, come vedi. Quanto al materiale, probabilmente si tratta di un pleonasmo, aggiunto solo per maggior precisione, come quando leggi di carbone in un sacco di juta, quando i sacchi da carbone sono solo di juta e quindi non ci sarebbe bisogno di precisarlo.

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