giovedì 14 aprile 2011

Staccato

Un'adolescente di origine triestina da parte di madre, che a Trieste è legata anche se non ci ha mai vissuto, in piena fase di ricerca di sé e del mondo, alla fine della pagina del suo diario del 4 maggio del 1945, giorno in cui a Roma partecipa, ignorandone la natura e la copartecipazione fascista, al "corteo per protestare contro i comunisti e i socialisti che vorrebbero abbandonare Trieste agli jugoslavi", scrive: 
Torno a casa stremata. E molto perplessa. Mi ricordo che a casa mia gli sloveni sono chiamati "schavi", cioè schiavi. E così, pressappoco, vengono trattati. Con disprezzo.
Luciana Castellina, La scoperta del mondo, Nottetempo 2011

No, non erano chiamati "schavi": erano e sono chiamati "s'ciavi", ad indicare che la sibilante va pronunciata staccata dalla c palatale. Con disprezzo, certo, ma con questo staccato. Detto questo, il libro è per più di qualche tratto bello, naturalmente destinato - ma non lo so ancora se lascerò al destino prendere il sopravvento - a fare compagnia a Volevo la luna di Ingrao e a La ragazza del secolo scorso della Rossanda (che, sebbene con un'impostazione narrativa più convenzionale, ho preferito, forse perché, al contrario della Castellina, severa nel giudicare la se stessa adolescente e più indulgente con la se stessa adulta che emerge nella cornice e tra le parentesi poste in coda alle note del proprio diario di ragazza, la Rossanda, almeno nel ricordo che ne ho serbato, ha riservato alla propria maturità delle pagine lontane da ogni indulgenza, ammettendo non solo molti dubbi, ma anche dei semplici, irrinunciabili "non so").

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