lunedì 30 novembre 2020

La barrière du langage

"Au début, Lenny s’était pris d’amitié pour l’Israélien, qui ne parlait pas un mot d’anglais, et ils avaient ainsi d’excellents rapports, tous les deux. Au bout de trois mois, Izzy s’était mis à parler anglais couramment. C’était fini. La barrière du langage s’était soudain dressée entre eux. La barrière du langage, c’est lorsque deux types parlent la même langue. Plus moyen de se comprendre."

Romain Gary, Adieu Gary Cooper


All'inizio, Lenny aveva fatto amicizia con l'israeliano, che non spiccicava una parola di inglese, per cui i due avevano un ottimo rapporto. Nel giro di tre mesi, Izzy si era messo a parlare inglese correntemente. Fine della storia. D'improvviso, si era innalzata tra di loro la barriera linguistica. La barriera linguistica si ha quando due persone parlano la stessa lingua. Non c'è più verso di capirsi.


mercoledì 23 settembre 2020

Piaceri e no

Registro un malcelato piacere, da parte degli italiani, nel sapere che il numero dei contagi in Francia cresce sensibilmente ogni giorno. Ho l'impressione che il piacere potrebbe essere ancora più intenso se la situazione dovesse peggiorare in modo evidente anche in Germania ("anche in Germania, eh"). Quasi nessuno, in questo momento, pensa che il futuro potrebbe riservare lo stesso destino agli italiani, tanti e variegati essendo i fattori (e le lacune di conoscenza) che determinano il propagarsi del virus, il suo accelerare, il suo rallentare e il suo deviare. Quasi tutti sono convinti che la pandemia sia sotto relativo controllo in Italia grazie ad un lockdown senza pari, alla bravura ineguagliata dei suoi amministratori, in primis i presidenti delle regioni, che tutti, ma proprio tutti, si ostinano a chiamare governatori, e alla disciplina degli italiani.

Il mio campo di osservazione comprende parenti, conoscenti, vicini di casa, intervistati - tra cui molti virologi ed epidemiologi, non solo politici - sui giornali e alla televisione, che non guardavo da secoli e che mi ha fatto male riguardare, soprattutto in questo tempo di ripiegamento nazionale: è tutto un noi e loro, e non solo in fatto di pandemia. Persino il noi di Zingaretti, pur contrapposto all'io, non è un noi socialmente significativo, ma è un noi nazionale.

Campagna di tesseramento 2020 del Partito democratico: “Non per l’Io, ma per il Noi”

Sono in Italia da agosto per recuperare tempo rubato e per passare del tempo nuovo, prezioso con i miei, ma io non abito più in Italia, neanche ora che sono fisicamente qui. In questi giorni, mi trovo spesso nell'aula del tribunale dove si svolge il processo per gli attentati a Charlie Hebdo e all'Hyper Cacher, ma anche in pagine di Silvio D'Arzo, Franco Arminio, Patrizia Cavalli, Romain Gary e Robert Seethaler.

P.S. Giorno per giorno, lo scrittore Yannick Haenel scrive del processo in corso su Charlie Hebdo. I suoi resoconti sono accessibili a tutti per 24 ore. 

venerdì 17 luglio 2020

Pech/Sfortuna

Griechenland hat das Pech, direkt neben der Türkei zu liegen.

(La Grecia ha la sfortuna di trovarsi proprio accanto alla Turchia.)

Dilek Güngör, Ich bin Özlem, Verbrecher Verlag 2019

Dilek Güngör: "Ich bin Özlem" - In der Identitätsarena (Archiv)

Fun fact: da Pech, il triestino ha tratto pegola.

venerdì 24 aprile 2020

Sotto il regime fascista

Sotto il regime fascista, i giornali democratici si stampavano clandestinamente, con pochi mezzi. Oggi, che ci apprestiamo a celebrare la Liberazione da quel regime, quasi 600000 italiani li leggono clandestinamente, con mezzi tecnologici molto più avanzati, dando per scontato che l'informazione possa sopravvivere se non pagata o forse anche mettendo in conto che possa morire, senza timore di conseguenze particolari in fatto di democrazia.

Sotto il regime fascista, in particolare durante la guerra da questi voluta, c'era il coprifuoco. Oggi, che ci apprestiamo a celebrare la Liberazione da quel regime, viene richiesta un'autodichiarazione volta a limitare gli spostamenti al minimo necessario, si inseguono brutalmente persone isolate sulla spiaggia e le si filmano con i droni, anche se il virus non bombarda gli italiani dai cieli e non zompa da un bagnante isolato ad un altro bagnante isolato.

Sotto il regime fascista, sia i fascisti di nome sia quelli di fatto denunciavano gli ebrei, i vicini di casa sospetti, gli oppositori del regime, le minoranze etniche, volentieri anonimamente. Oggi, che ci apprestiamo a celebrare la Liberazione da quel regime, non pochi cittadini italiani denunciano, anche anonimamente, il vicino che osa correre un po' (alle volte lo menano anche a 100 metri da casa per arrivare prima a sentenza) e, più in generale, denunciano, criticano, stigmatizzano con ogni mezzo chiunque si ritenga uscire di casa troppo spesso.

Sotto il regime fascista, i fascisti di nome e quelli di fatto odiavano o guardavano con sospetto lo straniero. Oggi, che ci apprestiamo a celebrare la Liberazione da quel regime, dei cittadini italiani non hanno avuto alcun dubbio o remora nel boicottare, finché erano aperti, negozi e ristoranti cinesi, o nell'invitare studenti asiatici a non presentarsi a scuola o ancora nel vietare l'ingresso ai cinesi in alcuni esercizi commerciali.

Sotto il regime fascista, si stampavano libri vicini all'ideologia fascista o per lo meno compatibili con essa. Oggi, che ci apprestiamo a celebrare la Liberazione da quel regime, non si è esitato a chiudere le librerie, ritenendole non essenziali, e, persino dopo la loro riapertura, non se ne consente l'accesso alle persone se non rientra nel loro percorso per andare a fare la spesa sotto casa.

Ce la sentiamo veramente di celebrarla ancora, la Liberazione, e sempre nello stesso modo? O siamo diventati abbastanza grandi da ammettere che è stata una minoranza di italiani a liberare l'Italia dal nazifascismo e che la prova è ancora visibile nel tempo presente, e non solo nei testi di storia?

Buon 25 aprile, nonostante tutto.

P.S. La Francia, dove vivo, non è esente da critiche. Ne dico solo due: ha copiato, unico paese al mondo, l'autodichiarazione italiana - senza riconoscerlo, tra l'altro - ed incoraggia, anche per voce dei rappresentanti politici fino a ieri più aperti al mondo, l'acquisto di prodotti francesi.

domenica 19 aprile 2020

Préférer
Ce qui ne bouge pas
A ce qui bouge.

Et d’abord, ce qui bouge,
On sait ce qu’il peut faire.

Ce qui ne bouge pas
Va peut-être étonner
S’il se met à bouger.

Et puis, ne pas bouger,
C’est bouger autrement :

Bouger dans son intérieur
Sans en avoir l’air,

Mais bouger
Vers quelque chose

Qui ne bouge pas
Ou bouge d’un même mouvement.

Ne pas bouger,
C’est contenir.

Guillevic




Preferire
Quel che non si muove
A quel che si muove.

E anzitutto, quel che si muove,
Sappiamo quel che può fare.

Quel che non si muove
Potrà forse stupire
Se si mette a muoversi.

E poi, non muoversi
È muoversi altrimenti:

Muoversi dentro di sé
Senza darne l'impressione,

Ma muoversi
Verso qualcosa

Che non si muove
O si muove di un medesimo movimento.

Non muoversi
È contenere.

giovedì 12 marzo 2020

Giovedì, 12 marzo 2020

Leggo che è tornato il confine fisico, in forma di una specie di rete, in piazza Transalpina, tra Gorizia e Nova Gorica. Non fa onore a chi ne ha disposto il ritorno né a chi l'ha installata, oltre a non servire a un klinc.

martedì 10 marzo 2020

Tous les animaux sont égaux, mais il y a des animaux plus égaux que d'autres

L'Elysée renforce la protection autour de Macron

Depuis ce mardi, des mesures ont été prises autour du président et de ses collaborateurs, en limitant visites et réunions, mais le chef de l'Etat compte poursuivre ses déplacements. Voici les quatre points à retenir :

• Attention aux stylos et aux dossiers
Pour "préserver l'espace de travail du président", plus aucune réunion n'est organisée dans ses bureaux et une attention est portée aux objets qu'il touche, comme les stylos, blocs ou dossiers. Globalement "un espace est maintenu autour de lui", explique l'Elysée.

• Des visites limitées
Les visites publiques sont suspendues, les invités pour des déjeuners ou dîners réduits au strict nécessaire. Tout visiteur se voit systématiquement demander s'il a été exposé à des cas contact ou s'est rendu dans des zones de cluster.

• Des nettoyages entre chaque réunion
Les réunions dans les bureaux sont désormais proscrites et les chaises davantage espacées. Des salles de réunion dédiées sont instituées, avec nettoyage entre chaque réunion.

• Moins de cinéma pour les collaborateurs
Les principaux collaborateurs du chef de l'Etat sont soumis à des mesures de vigilance renforcées: ils doivent faire plus attention dans les transports, aller moins au cinéma ou au théâtre, etc. Un plan de continuité d'activité a déjà été mis en place, avec un système de binômes.

venerdì 6 marzo 2020

Ricadute

Inspiegabilmente, neanche ora che la loro inconsistenza è patente a tutti, le frontiere non hanno ancora perduto il loro supposto senso agli occhi dei più. In compenso,  il "come va?" lo sta riacquistando.

lunedì 24 febbraio 2020

L'ospedaa

L'avevo già postata dieci anni fa. Ora la dedico a tutti. State bene e non scoraggiatevi.

L'ospedaa se 'l mal fa minga tropp mal
l'ospedaa a mi un poo me pias:
quando riven din-din i termometri sbarlusènt
tutt bèi disinfetà
che bèl pruass la fever tutt 'nsèma
e intant vardà 'l cumudin bianc in part
cun sura 'l zùccher i biscott
la bottiglia d'acqua mineral
'l pèttin con la sóa bustina
che bèl vardà 'l via-vai de la gent che passa
i 'nfermer, i duturi bei bianc
e vardàss i man
giustàss i 'l lenzœu
parlutà cui visìn de lètt...
in cœu la fever l'è dumà trentasett e sett
e magari sabet se va a cà.
Cinq'ur, rìven i visit
la mama 'l marì i amis
me disen di bei robb gentil
i nuvità de la cà
'l temp che 'l fa de fœura
che bei fac surident
me suriden financa i parent di alter lètt
e quand a batt i man scàpen via tutti
quand sparissen tutt 'nsèma com i piviun del Domm
'l magun se manda giò con la minestrina e i per cott
e a durmentàss l'è già matina
spalanchen i finester
te disen sota! sota!
e 'l riva 'l cafelatt.

Vivian Lamarque, La gentilèssa: poesie in dialetto milanese, 1973-1975, Stampa editore 2009

mercoledì 19 febbraio 2020

Britain is to close its borders to unskilled workers and those who can’t speak English

"When the great mathematician arrived here", writes Neilson, "we arranged a lunch for him at the house. What an unforgettable feast! He spoke no English, and I could not utter half a dozen sentences in German."

Albert meets America - How journalists treated genius during Einstein's 1921 travels, József Illy

(La Gran Bretagna si appresta a chiudere i propri confini a chi non ha un lavoro qualificato e a chi non parla inglese. Lo farebbe anche con Einstein, quindi, che nel 1921 non parlava inglese. Si faceva aiutare da sua moglie e da interpreti. Che 10 Downing Street affondi pure nella spazzatura e nel lerciume, che dubito verranno raccolti dal suo inquilino o da titolari di PhD.)

mercoledì 12 febbraio 2020

Les enfants du 209 rue Saint-Maur Paris Xe

Un film disponibile su Arte fino al 15 gennaio 2022, un libro uscito un mese fa.

A Paris, si tu cherches du travail, ne dis pas que tu es boulanger

« J’étais dans la file d’attente pour avoir le récépissé. Je ne connaissais absolument personne et ne parlais pas un mot de français, à part “merci”. La première année a été un stress permanent », raconte-t-il, dans la brasserie d’une gare parisienne. Puis il a obtenu le statut de réfugié politique en 2012, à l’âge de 31 ans. « On m’a dit : “A Paris, si tu cherches du travail, ne dis pas que tu es boulanger, dis que tu es cinéaste” », raconte-t-il en souriant. Cela tombait bien, il venait de réaliser quatre courts-métrages sous la direction d’Abbas Kiarostami, à Téhéran.

Diako Yazdani, curdo iraniano, rifugiato in Francia, regista.

Le cinéaste kurde iranien Diako Yazdani.

(« Ero in fila per avere la ricevuta. Non conoscevo proprio nessuno e non sapevo neanche una parola di francese a parte “merci”. Il primo anno è stato uno stress permanente », racconta, nella brasserie di una stazione parigina. Poi ha ottenuto lo status di rifugiato politico nel 2012, all'età di 31 anni. « Mi han detto: “A Parigi, se cerchi lavoro, non dire che sei panettiere, dì che sei cineasta” », racconta sorridendo. Cadeva a fagiolo, aveva appena realizzato quattro cortometraggi sotto la direzione di Abbas Kiarostami, a Teheran.)

venerdì 31 gennaio 2020

Hello, goodbye

You say yes, I say no
You say stop and I say go, go, go
Oh, no
You say goodbye and I say hello
Hello, hello
I don't know why you say goodbye
I say hello
Hello, hello
I don't know why you say goodbye
I say hello
I say high, you say low
You say why and I say I don't know
Oh, no
You say goodbye and I say hello
Hello, hello
(Hello goodbye)
I don't know why you say goodbye
I say hello
Hello, hello
(Hello goodbye)
I don't know why you say goodbye
(Hello goodbye)
I say hello
Why, why, why, why, why, why
Do you say goodbye?
Goodbye, bye, bye, bye, bye
Oh, no
You say goodbye and I say hello
Hello, hello
I don't know why you say goodbye
I say hello
Hello, hello
I don't know why you say goodbye
I say hello
You say yes
(I say yes)
I say no
(But I may mean no)
You say stop
(I can stay)
And I say go, go, go
(Til it's time to go)
Oh, no
You say goodbye and I say hello
Hello, hello
I don't know why you say goodbye
I say hello
Hello, hello
I don't know why you say goodbye
I say hello
Hello, hello
I don't know why you say goodbye I say hello
Hello
Hela, goodbye hello
Hela, goodbye hello
Hela, heba helloa

Lennon/Mccartney