giovedì 31 maggio 2007

Sonetto XLIX

Qualunque giorno non veggio 'l mi' amore,
la notte come serpe mi travollo
e sì mi giro, che paio un bigollo,
tanta è la pena che sente 'l meo core.
Parmi la notte ben cento mili' ore,
dicendo: - Dio, sarà ma' dì, vedrollo?;
e tanto piango, che tutto m'immollo,
ch'alcuna cosa m'alleggia 'l dolore.
Ed i' ne son da lei cosi cangiato,
che 'n una ched e' giungo 'n sua contrada,
sì mi fa dir ch'i' vi son troppo stato,
e ched i' voli, sì tosto men vada,
però ch'ell'ha 'l su' amor a tal donato,
che per un mille più di me li aggrada.

Cecco Angiolieri

martedì 29 maggio 2007

Epigramma 7


Comprasti trecce di capelli, rossetto, miele, cerone, denti:
a quel prezzo, ti compravi una faccia.

Lucillio

domenica 27 maggio 2007

Biglietto di viaggio

Quando sarò ucciso, uno di questi giorni
l'assassino troverà nella mia tasca i biglietti di viaggio
uno verso la pace
uno per i campi di pioggia
uno
verso la conoscenza dell'umanità
(ti prego non sprecare i biglietti mio caro assassino ti
prego di partire...)

Sāmi Al-Qāsim
trad. di F. M. Corrao

Nato nel 1939 a Zarqā' in Giordania da una famiglia drusa. Dopo gli studi a Nazareth, ha lavorato come insegnante e giornalista in Israele. Per l'impegno nella resistenza palestinese e per la sua militanza nel partito comunista, ha subito numerosi arresti ed è stato costretto al domicilio coatto. Dopo l'occupazione israeliana del 1967 è stato allontanato dall'insegnamento. Da allora si è dedicato alla scrittura di poesia ed opere teatrali.

giovedì 24 maggio 2007

Ponterosso

Trieste
Un ponte piturà de rosso
El Ponterosso
Come due gambe storte
Traverso del Canal
Dessiné d’après nature
Cassas e Lavallé
Vietato il riprodurre

Un sbatociar
De barche e de battane

E fora del Canal
In mezo al golfo
Un vapor in ancora per sempre
el suo nome
Con tanti oblò
Dopiadi sora el mar

Tutto e tutti
Passa el Ponterosso
Revoltella in carozza coi Asburgo
Turbanti levantini
Odori de havlà e de pesce fritto
E greci e turchi
E dalmati e croati
E svevi de la Bieska
Ebrei de Weimar
A zavattar per metter banchi

E passa una slovena de Kamnik
No la trova el suo amor
Fabbro de fin
Ferro battù de Kropa
Perso el se ga nel vardar onde

Carri e cavai
De Pinzgau
Coi zoccoli a tamburo
E lupolo per la Dreher
E jazzo per sorbetti
Che cala de Postojna

Pianelle furlanute
Cadorini e Ciarniei
Regnicoli e Ungheresi

Ponterosso
Del mondo gran corona
E mi son tuto fiamma
De vento son vestì
Dormo
Coi nuvoli fumando

E ciacolo con l’Angelo
Come inciodà de sora dei camini
Con l’elmo dei gendarmi
Color giallo d’argilla
Barba spartida
Come l’Imperator

E vedo ancora
Angeli e lune
Come nei quadri
Di monsieur Chagall

Un ponte piturà de rosso
Il Ponterosso
Su l’Adriatico estremo
Sotto il crinal del Carso
Con l’ultima sirena
Che me smaga
La bella Lau

E digo
strenzi el tuto
E slarga el Ponterosso
Ombelico del mondo
O mia Trieste
Stupida e cattiva

Carolus L. Cergoly



Trieste
Un ponte dipinto di rosso
Il Ponterosso
Come due gambe storte
Attraverso il Canale
Dessiné d’après nature
Cassas e Lavallé
Vietato il riprodurre

Uno sbattere
Di barche e di battane

E fuori dal Canale
In mezzo al golfo
Un vapore all'ancora per sempre
il suo nome
Con tanti oblò
Doppiati sopra il mare

Tutto e tutti
Passano per il Ponterosso
Revoltella in carrozza con gli Asburgo
Turbanti levantini
Odori di havlà e di pesce fritto
E greci e turchi
E dalmati e croati
E svevi della Bieska
Ebrei di Weimar
A ciabattare per mettere banchi

E passa una slovena di Kamnik
Non trova il suo amore
Fabbro di fine
Ferro battuto di Kropa
Si è perso nel guardare onde

Carri e cavalli
Di Pinzgau
Cogli zoccoli a tamburo
E luppolo per la Dreher
E ghiaccio per sorbetti
Che scende da Postojna

Pianelle friulane
Cadorini e Carnioli
Regnicoli e Ungheresi

Ponterosso
Del mondo gran corona
E io sono tutto fiamma
Di vento sono vestito
Dormo
Con le nuvole fumando

E chiacchero con l’Angelo
Come inchiodato sopra i camini
Con l’elmo dei gendarmi
Color giallo d’argilla
Barba divisa
Come l’Imperatore

E vedo ancora
Angeli e lune
Come nei quadri
Di monsieur Chagall

Un ponte dipinto di rosso
Il Ponterosso
Sull’Adriatico estremo
Sotto il crinale del Carso
Con l’ultima sirena
Che mi avvilisce
La bella Lau

E dico
stringi il tutto
E allarga il Ponterosso
Ombelico del mondo
O mia Trieste
Stupida e cattiva

mercoledì 23 maggio 2007

Perché scrivo in dialeto?

Perché scrivo in dialeto...?
Dante, Petrarca, e quel dai Diese Giorni
Gà pur scrito in toscan.

Seguo l'esempio.

Giacomo Noventa
Versi e Poesie, tascabili Marsilio 1996

Nei momenti che i basi fermemo

Nei momenti che i basi fermemo
No' par gusto ma par riflession,
La me amante vol scriver i versi,
Che mi digo e me basta de dir.

Tuta nùa la se méte al lavoro
Po' la méte una blusa lisièra,
Po' la ziga "che fredi xé i versi"
La stranùa, mi la baso, e bondì.

"Ah che curti che xé 'sti poemi!"
Dirà queli che ne lezerà,
"Ah che boni che gèra quei basi!"
Dirà ela ... o Amor lo dirà.

Giacomo Noventa
Versi e Poesie, tascabili Marsilio 1996

Secondo i giorni penso e vedo

Secondo i giorni penso e vedo
Tasso piànzer, Goethe rìder...
Secondo i giorni solamente.

Secondo i giorni credarìa
Che Torquato invidii a Goethe
El pan de Weimar.
Secondo i giorni solamente.

Tasso mato, e Goethe grando
Coi più grandi de 'sto mondo,
Secondo i giorni a mi me par
Più bravo Goethe.

Secondo i giorni solamente.

Giacomo Noventa
Versi e Poesie, tascabili Marsilio 1996

sabato 5 maggio 2007

Uma didática da invenção VII

No descomeço era o verbo.
Só depois é que veio o delírio do verbo.
O delírio do verbo estava no começo, lá onde a
criança diz: Eu escuto a cor dos passarinhos.
A criança não sabe que o verbo escutar não funciona
para cor, mas para som.
Então se a criança muda a função de um verbo, ele
delira. E pois.
Em poesia que é voz de poeta, que é a voz de fazer
nascimentos -
O verbo tem que pegar delírio.

Manoel de Barros,
O livro das ignorãças


Una didattica dall'invenzione
VII

Al disprincipio era il verbo.
Solo dopo è che venne il delirio del verbo.
Il delirio del verbo stava nell'inizio, là dove il
bambino dice: Io ascolto il colore degli uccellini.
Il bambino non sa che il verbo ascoltare non funziona
per il colore, ma per il suono.
Allora se il bambino cambia la funzione di un verbo,
delira. E dunque.
In poesia che è voce di poeta, che è la voce del fare
nascite -
Il verbo deve delirare.

Manoel de Barros
Il libro dell'ignoranza (trad. E. Sanches)


martedì 1 maggio 2007

Das Lied von der Moldau

Am Grunde der Moldau wandern die Steine
Es liegen drei Kaiser begraben in Prag.
Das Große bleibt groß nicht und klein nicht das Kleine.
Die Nacht hat zwölf Stunden, dann kommt schon der Tag.

Es wechseln die Zeiten. Die riesigen Pläne der
Mächtigen kommen am Ende zum Halt.
Und gehn sie einher auch wie blutige Hähne
Es wechseln die Zeiten, da hilft kein Gewalt.

Am Grunde der Moldau wandern die Steine
Es liegen drei Kaiser begraben in Prag.
Das Große bleibt groß nicht und klein nicht das Kleine.
Die Nacht hat zwölf Stunden, dann kommt schon der Tag.

Bertolt Brecht


La canzone della Moldava

In fondo alla Moldava vanno le pietre,
sepolti a Praga riposan tre re.
A questo mondo niente rimane uguale
la notte più lunga eterna non è.

Si mutano i tempi, l'inutile lotta
di galli violenti futuro non ha.
I folli progetti di tutti i potenti
si oppongono invano al tempo che va.

In fondo alla Moldava vanno le pietre,
sepolti a Praga riposan tre re.
A questo mondo niente rimane uguale
la notte più lunga eterna non è.

Trad. Giorgio Strehler