sabato 10 gennaio 2009

A Gerusalemme

A Gerusalemme, nella città vecchia, intendo,
Cammino da un tempo all'altro senza ricordo
In me che miri a qualcosa. Là i profeti condividono
La storia del santuario…
Salgono al cielo e tornano indietro
Con meno impotenza e tristezza. Perché
Sante sono l'armonia e la pace e verranno
Nella città. Cammino lungo un pendio e
Mi chiedo: perché i trasmettitori litigano
Sulle parole della luce nella roccia? Come
Possono scoppiare guerre da una roccia
Con poca luce?
Cammino nel sonno. Guardo il mio sogno. Non vedo
Nessuno dietro di me e nessuno davanti a me
Mia è tutta questa luce. Cammino. Divento più leggero. Volo
Nella metamorfosi sono un altro. Come erbe
Crescono le parole dalla profetica bocca di Isaia:
„Non credete, così non restate“
Cammino come se fossi un altro. Una rosa
Biblica bianca la mia ferita, due colombe
Le mie mani sulla croce. Spiccano il volo
E portano con sé la terra. Non cammino, volo
E nella metamorfosi divento un altro. Senza luogo
Senza tempo. Ma chi sono io? Non sono
di fronte all'ascensione. Ma
Solo il profeta Maometto
Parlava l'arabo classico. E allora? penso,
E allora?, gridò improvvisamente una soldatessa:
Di nuovo tu? Non ti ho ucciso?
E io parlai: Mi hai ucciso – ma ho dimenticato
Esattamente come te
Di morire.

Mahmud Darwish

Testo originale arabo e traduzione in tedesco.