Nel XX secolo ci furono due guerre mondiali.
La prima (1914-1918), causata dal conflitto di interessi tra le grandi potenze nel loro processo di espansione economica mondiale seguito allo sviluppo industriale del secolo precedente (vedi XIX secolo), portò alla disgregazione degli imperi di Austria-Ungheria e Ottomano, allo scoppio di una rivoluzione in Russia e alla nascita dell'Unione Sovietica, nonché ad una recessione economica mondiale, che in Germania favorì l'instaurarsi di una dittatura.
La seconda (1939-1945), causata dalle mire di espansione imperialistica della Germania e del Giappone, terminò in Europa con la battaglia di Berlino, vinta dall'Unione Sovietica, e in Asia con il lancio di due bombe atomiche statunitensi sul Giappone. Il mondo ne uscì diviso in due blocchi capeggiati dai due principali vincitori della guerra: un blocco occidentale controllato dagli Stati Uniti ed un blocco orientale controllato dall'Unione Sovietica, che crollò verso la fine del secolo.
Giulio Valvassini, Storia dell'Europa dalle origini ai giorni nostri, Laquarta, ventembre 19721
Lettura del quinto tomo de l'Histoire de France di Michelet. Così come dimentico i dettagli delle mie letture e non ne conservo che un'impressione generale di malessere e di orrore, a parte tre o quattro aneddoti, il mondo dimentica la propria storia, non la interroga e non trae da essa alcun insegnamento. Si direbbe che la storia sia fatta per essere dimenticata. Quale essere umano, che non sia uno specialista, riflette oggi sulle esazioni subite dagli ebrei sotto Filippo il Bello o sulla confisca e la distruzione dei templari? È per questo che, nella storia che si scriverà nell'anno 3000, la seconda guerra mondiale, che tanto costò all'umanità, occuperà solo un paragrafo e la guerra del Vietnam una nota alla fine del volume che pochissimi si daranno la pena di leggere. La spiegazione risiede nel fatto che l'uomo non può allo stesso tempo interessarsi di storia e farla, perché la vita si edifica sulla distruzione della memoria.
Julio Ramón Ribeyro, Prosas apátridas, Seix Barral, 2007Esperimento precedente
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