giovedì 14 aprile 2011

Magari lo conosci meglio di me

Caro X,

a proposito di storia, sto leggendo un libro del 1966 di Carlo Ginzburg, storico apprezzato persino in Francia, di cui ho trovato qui una traduzione francese. È dedicato all'estinta tradizione popolare friulana dei benandanti, di cui il Santo Uffizio si è doviziosamente e assiduamente occupato tra la seconda metà del '500 e la prima del '600, ma su cui, bizzarramente, non ha infierito, almeno non più di tanto. I benandanti, che nei loro riti superstiziosi seguivano credenze popolari assai diffuse e condivise in tutta l'Europa centrale, dalla Svizzera alla Baviera all'Ungheria, difendevano la fede "buona" da quella "cattiva" delle streghe e degli stregoni, contro cui, in stato di trans, di notte lottavano, armati di rami di finocchio, meno spesso d'aglio, allo scopo di assicurare la fertilità dei raccolti (specie delle vigne, nella loro variante friulana). Una prima cosa interessante è che, a quanto ne so io, alcuni rituali legati alla fertilità dei campi e all'abbondanza in generale, ed in particolare al loro vaticinio, sono più o meno sopravvissuti e resistono alle tradizioni, più recenti ma ormai ben affermate, dei centri commerciali e delle rotonde stradali: penso ad esempio ai fuochi dell'Epifania (le casere, dalle parti di mia nonna, al confine tra la provincia di Venezia e quella di Pordenone, mentre nel Friuli vero e proprio si chiamano pignarûi), dove la direzione verso cui tira il fumo consente di stabilire se il nuovo anno sarà buono o cattivo. Il libro non ne parla, ma mi è stato inevitabile pensarvi. Il rito del pignarûl/casera prevede in genere anche il rogo della "vecia", una specie di befana posta in cima alla catasta da bruciare.
Un'altra cosa interessante è che, secondo le ricerche di Ginzburg, i processi dell'Inquisizione istituiti contro i benandanti non sono stati spietatissimi - anche se non hanno esitato ad avvalersi a volte della tortura - e spesso sono stati lasciati a metà, con un niente di fatto, per una serie di circostanze che pare abbiano a che fare con la priorità data, all'epoca, alla persecuzione dei luterani e dei protestanti in tutte le loro pericolosissime forme, e, in qualche caso, con l'intervento fortuito di Venezia, che non mancava di togliere, quando possibile, la giurisdizione al Patriarcato di Aquileia per far prevalere la propria, per evidenti motivi di prestigio e di dimostrazione di forza (qua comando mi).
Infine, a conferma - ne avessimo avuto bisogno - dell'influenza cattolica in tutte le manifestazioni della vita italica, è interessante l'effetto dell'intervento repressivo della Chiesa, che è riuscito, nel tempo, a modificare radicalmente l'accezione di benandante, ovviamente in peggio: in origine, fin dal nome, percepiti positivamente, finirono per essere considerati alla stregua di stregoni. Stregoni cattivi, perché quelli buoni restano pur sempre quelli che sappiamo.
Magari lo conosci meglio di me, ma mi piace concludere questa email ricordando che Carlo Ginzburg è il figlio di Leone e Natalia.

Ciao e stai bene,

F.


Cara F.,

di Carlo Ginzburg io ho letto molti anni fa "Il formaggio e i vermi", la storia di Menocchio, un mugnaio di Pordenone finito al rogo per eresia nel 1600. Oggi ho cercato il libro in casa ma non ho avuto fortuna. Ho trovato invece un altro libro, "Classical Mechanics", di Joseph McCauley, professore a Houston, Texas, acquistato nel '97. Ero stato sorpreso dal fatto che, nella ampia introduzione storica di questo testo di fisica matematica, il prof. McCauley citasse un brano dal libro di Ginzburg, che si riferiva all'interrogatorio dell'inquisitore a Menocchio(*). Menocchio riteneva che dio fosse il caos stesso, passato dalla confusione all'ordine, ma per l'inquisitore, deluso perché si aspettava la prova cruciale del tipo "Dio fu originato dal Demonio", questa risposta fu sufficiente per mandarlo al rogo. Menocchio, diceva McCauley, aveva una visione cosmologica straordinariamente moderna ed attuale.
Successivamente ho avuto l'occasione di assistere ad una conferenza di Carlo Ginzburg all'Università di Padova, forse nel 2001. Si trattava però, se ricordo bene, dei criteri storiografici da porre in atto nelle ricerche storiche, non dei sui libri. Ginzburg insegnava ancora in California e si mostrava persona molto preparata e molto alla mano insieme. Grande cultura ma attenzione ai fatti minuti della gente minuta. So che ha collaborato alla Scuola Normale di Pisa con il prof. Adriano Prosperi, autore di "Tribunali della coscienza", importante studio sul controllo cattolico controriformista.

Ti ringrazio ancora e cercherò "I benandanti".

Ciao,

X


(*)




Carlo Ginzburg, Les batailles nocturnes, Flammarion, 1984
Joseph L. McCauley, Classical mechanics: transformations, flows, integrable and chaotic dynamics, Cambridge University Press, 1997
Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi, Einaudi, 1976
Adriano Prosperi. Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Einaudi, 1996

LRB

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