martedì 26 aprile 2011

Energumene ed apostolesse

"Il saper leggere non è un fine ma un mezzo; è un'arme a due tagli che, se non è maneggiata a propria salvezza, può esserlo a propria rovina".

Sull'istruzione del popolo. Memoria di Raffaello Lambruschini, letta all'Accademia dei Georgofili nell'adunanza del dì 4 dicembre 1831

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(Sono le fanciulle) a cui dal 1888 si rivolge un mensile militante come La Madre Cattolica, animato a Brescia dalla maestra Marietta Bianchini, che guarda con ribrezzo alle leggerezze fuorvianti del teatro e dell'opera, e invita le madri a vigilare, vigilare, vigilare sulla innocenza mentale delle figlie, senza paura di incombere alle loro spalle e di poter apparire intrusive, ma tenendo conto che la lettura è "una delle piaghe più funeste della società nostra".

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(L'istruzione non corretta dall'educazione) "stimola tutte le brame, accende tutte le voglie, aumenta i mezzi di soddisfarle senza alcun freno. Il carabiniere, signori, non si trova da per tutto".

Onorevole Aurelio Cerutti alla Camera dei Deputati, 1 luglio 1896, Atti del Parlamento 


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(Tutte queste parole, come quelle del garibaldino nel suo diario del 1860 riportate qualche giorno fa, e come forse delle altre che seguiranno prossimamente, sgorgano (o direttamente o da ricerche stimolate) da un libro-miniera di storia, molto bello per contenuto e stile, che ripercorre la storia italiana degli ultimi due secoli attraverso dei percorsi letterari. Eccovi le coordinate, una volta per tutte:
Mario Isnenghi, Storia d'Italia. I fatti e le percezioni dal Risorgimento alla società dello spettacolo, Laterza 2011)

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(Il titolo del post richiama le parole con cui il prontuario edificante per le fanciulle cattoliche di Luisa Anzoletti, La donna nel progresso cristiano, 1903, cercando di contrastare le tendenze emergenti a cavallo tra i due secoli, qualifica le fanciulle che tentano di indirizzarsi verso gli studi e il lavoro fuori casa come "energumene" e "apostolesse", appunto. Le parole si trovano in Mario Isnenghi, Storia d'Italia. I fatti e le percezioni dal Risorgimento alla società dello spettacolo, cit. (c.v.d.))

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(Abbiate pazienza, ma non dispongo di un tumblr. Realizzo sempre più chiaramente il fatto che collegando tutti i post di questo blog come si faceva coi puntini nel gioco della Settimana Enigmistica, specie quelli che non contengono parole mie, si possa via via distinguere, seppur a contorni un po' squadrati, il mio ritratto - concetto per cui, in modo leggermente più elegante, è già passato Borges ne El hacedor: "Un hombre se propone la tarea de dibujar el mundo. A lo largo de los años puebla un espacio con imágenes de provincias, de reinos, de montañas, de bahías, de naves, de islas, de peces, de habitaciones, de instrumentos, de astros, de caballos y de personas. Poco antes de morir, descubre que ese paciente laberinto de líneas traza la imágen de su cara").

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(Deve anche essere uno degli effetti collaterali più vistosi riscontrabili in chi riprende a leggere a dosi massicce nella propria lingua madre dopo anni di quasi completa astinenza.)

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