Franz Kafka, Reisetagebücher, 1. September 1911
Milano: dimenticato la guida in un negozio. Tornato indietro. È rubata.
Oberitalien mit Ravenna, Florenz und Livorno. Handbuch für Reisende. 17. Auflage. Leipzig, Karl Baedeker, 1906
Non sono mai riuscita a cancellare e nemmeno a rivedere la prima idea che mi è balenata non appena ho cominciato a fare conoscenza con quello in cui tuttora non posso smettere di riconoscere l'unico possibile autore del furto - se escludiamo la banale, e quindi del tutto inverosimile, versione secondo cui può essere stato un altro turista di lingua tedesca o un cleptomane qualunque -, vale a dire l'unico sospetto che resta qualora si sottopongano al vaglio delle indagini della fantasia i contemporanei di Kafka che conoscessero Milano, avessero un rapporto speciale con il mondo e la cultura tedesca, un'ossessione per i libri e i manoscritti rubati e fossero al contempo privi di qualsiasi alibi in quel preciso periodo, un periodo che, nel caso del sospetto attorno a cui le maglie delle congetture non possono che inesorabilmente stringersi, concludeva una alquanto sfocata e imprecisata serie di continui spostamenti nel nord Europa (Amburgo, Dover, Anversa, ecc.) e che immediatamente precedeva il suo ritorno all'università di Bologna, tra i cui estremi geografici, tirando una linea retta, giace oltre ogni ragionevole dubbio Milano: Dino Campana.
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