«Что нового в Эривани?» — спросил я его. «В Эривани чума,— отвечал он,— а что слыхать об Ахалцыке?» — «В Ахалцыке чума»,— отвечал я ему. Обменявшись сими приятными известиями, мы расстались.
Пушкин, Путешествие в Арзрум
“Novità, a Yerevan?”, gli domandai. “A Yerevan c’è la peste”, rispose. “E cosa avete sentito dire di Achalcyk?” “C’è la peste, ad Achalcyk”, gli risposi. Dopo esserci scambiati queste piacevoli notizie, ci separammo.
Puškin, Viaggio ad Arzrum
(Allora Achalcyk, ora Akhaltsikhe? Mah, misteri delle traslitterazioni.)
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Sai che in yiddish esiste una parente lontana di quest’aneddota? Tre ebrei viaggiando in treno: “Che novità a Lvov?” “Oy, a Lvov, pogrom.” “E cosa si sente [meglio rendere così что слыхать] da Kiev?” “Oyoyoy, a Kiev, pogrom su pogrom!” Allora il terzo: “Ma perché non parliamo di qualche notizia più allegra? Della peste di Odessa, per esempio?”
RispondiEliminaNon lo sapevo, grazie! È proprio vero che Odessa ritorna. Ultimamente ci sono finita anch'io grazie all'anarchico Schwarzbard, che lì nel 1917 si unì alla Guardia Rossa. Guarda caso, scriveva in yiddish. Tutto torna :-)
RispondiElimina["cosa si sente" non mi piaceva molto, per cui mi sono presa la libertà di discostarmene, cosa che ho fatto anche con "Что нового", che letteralmente andrebbe tradotto come hai ripreso tu nella versione parente]