[Lo zio Isaac] era il fratello più giovane del pastore, rimasto nella fattoria familiare di Métaderie. Era un coltivatore letterato, specie che non era rara tra i protestanti terrieri avvezzi al cielo da cui dipendevano i loro raccolti - grandina spesso, in quella valle - ed instancabili lettori della Bibbia, la loro guida ordinaria e straordinaria per ogni momento della loro vita. Il buonuomo aveva l'abitudine di recitare versi dell'Eneide mentre spingeva il manico dell'aratro. Prese il piccolo Élisée nelle sue mani di lavoratore e declamò:
Qualis spelunca [subito] commota columba
Cui domus et dulces latebroso in pumice nide [nidi],
Fertus [fertur] in arva volans, plausumque exter[r]ita pennis
Dat tecto ingentem, ecc.
Jean-Didier Vincent, Élisée Reclus - Géographe, anarchiste, écologiste, Éditions Robert Laffont, 2010
(Come una colomba, presa da improvviso timore, dalla caverna nella cui oscura pietra ha la dimora ed i dolci nidi, spicca il volo per i campi e, dalla paura, al chiuso dà un gran battito d'ali, ecc. - Eneide, V, 213 e segg.)
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