venerdì 7 ottobre 2011

Filò

Quando sono ripassata dai miei, ho provato, poi, a rifare la foto ad una foto dei nonni della mia nonna materna. Però, siccome è sotto vetro (tendiamo ad attribuirle un valore eccessivo), è praticamente impossibile evitare l'effetto dei riflessi. Allora ho ripiegato sui dettagli che da sempre mi attraggono di più, in quella foto: le mani.




Sono mani che parlano. Sono mani che dicono chiaramente chi le ha usate di più. Sono mani che mi ricordano come il mito del fare filò sarebbe tutto da riscrivere, almeno per i miei avi. Perché Giovanni, il mio trisavolo, rimproverava ogni sera Serena, la mia trisavola, che, sfiancata dalle fatiche della giornata, inevitabilmente si addormentava:
- Ave Maria, gratia plena,
- Dominus tecum,
- benedicta tu in mulieribus,
- et benedictus fructus ventris tui, Jesus.
- Sancta Maria, mater Dei,
- ora pro nobis pecca...
- Prega, putana! Sveia, sumo, prega: Ave Maria, gratia plena,
- Ave Maria, gratia plena...

Sumo, nel dialetto veneto orientale, è un'esortazione.

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