Wie kam man nur auf den Gedanken, daß Menschen durch Briefe mit einander verkehren können! Man kann an einen fernen Menschen denken und man kann einen nahen Menschen fassen, alles andere geht über Menschenkraft. Briefe schreiben aber heißt, sich vor den Gespenstern entblößen, worauf sie gierig warten. Geschriebene Küsse kommen nicht an ihren Ort, sondern werden von den Gespenstern auf dem Wege ausgetrunken. Durch diese reichliche Nahrung vermehren sie sich ja so unerhört. Die Menschheit fühlt das und kämpft dagegen, sie hat, um möglichst das Gespenstische zwischen den Menschen auszuschalten, und den natürlichen Verkehr, den Frieden der Seelen zu erreichen, die Eisenbahn, das Auto, den Aeroplan erfunden, aber es hilft nichts mehr, es sind offenbar Erfindungen, die schon im Absturz gemacht werden, die Gegenseite ist soviel ruhiger und stärker, sie hat nach der Post den Telegraphen erfunden, das Telephon, die Funkentelegraphie. Die Geister werden nicht verhungern, aber wir werden zugrundegehn.
Come si è mai arrivati all'idea che gli uomini possano stabilire delle relazioni tramite lettera! Si può pensare ad una persona lontana e si può afferrare una persona vicina, tutto il resto va al di là delle forze umane. D'altra parte, scrivere lettere significa denudarsi davanti agli spettri, che è proprio quello che avidamente attendono. I baci dati per iscritto non giungono a destinazione, sono gli spettri che se li bevono tutti lungo il tragitto. È grazie a questo ricco nutrimento che si moltiplicano in modo inaudito. L'umanità lo avverte e cerca di opporvisi: essa, per tentare di eliminare il potere degli spettri tra gli uomini, e per raggiungere la relazione nella sua naturalezza, e la tranquillità d'animo, ha inventato la ferrovia, l'automobile e l'aereo, ma questo non serve più. Si tratta di invenzioni evidentemente realizzate già durante il crollo; la controparte è molto più calma e più forte. Dopo la posta, l'umanità ha inventato il telegrafo, il telefono, la telegrafia senza fili. Gli spettri non moriranno di fame, ma noi periremo.
Lettera a Milena Jesenská, Praga, fine marzo 1922
Lettera a Milena Jesenská, Praga, fine marzo 1922
sarò molesta e goffa, ma lascio un segno di gratitudine qui: trovare per caso (e come altrimenti si trova?) questo blog è stata una benedizione, almeno stanotte mi sembra tale. Grazie! (anni fa aprii e poco dopo cancellai un tumblr che si chiamava così, buchi nella sabbia). Chiara
RispondiEliminaSe è stata una benedizione anche solo per qualche momento notturno, a me sembra già una cosa tale che debba essere io a ringraziare te, Chiara. Grazie, dunque, per aver voluto lasciare un segno in un posto che ha rischiato la cancellazione più volte e che invece ancora (r)esiste.
RispondiElimina(E ti ricordi per caso quale fosse il suo primo post?)
Benedizione di notte, il tuo blog si è confermato dono perfetto di mattina.
RispondiEliminaPer carità, Francesca, non bruciare niente, anzi, abbine cura, custodiscilo questo (avam)posto. I miei post non hanno nessunissima importanza. comunque devo averci messo, mi pare, l'inevitabile Ragazzoni e, forse, la foto di una scatola di j. cornell. Di tante finzioni imbastite, ne è restata una, la più frivola, puri ritagli, un gioco scemo (non ho ancora capito il nesso tra rete e l'artificioso infantilismo sempre più diffuso, mi limito a subirlo): unpalombaro@tumblr.it