martedì 17 agosto 2010

Quando l'Indice non basta più

Il 26 luglio del 1614, appena ricevuto un elenco dei libri in vendita all'ultima fiera di Francoforte, il cardinale Roberto Bellarmino, allora consultore della Congregazione romana del Sant'Uffizio dell'Inquisizione e membro della Sacra Congregazione dell'Indice (attiva già dal 1571), invia agli inquisitori di tutte le province una lettera.
Molto reverendo padre, questi miei Illustrissimi Signori della Sacra Congregazione dell'Indice, vedendo che di giorno in giorno va sempre più crescendo il numero de' libri infetti e perniziosi che specialmente nelle parti straniere, e più che altrove in Francfort, si stampano e si vendono, già che permette Dio per gli peccati, che non si possi rimediare che colà né si vendino né si stampino, hanno pensato di oviare almeno che simil peste de' libri non infetti queste nostre parti d'Italia; onde hanno per hora preso questo espediente, che, già per Francfort fu deputato il dottor Valentino Leucht acciò facesse la lista de i libri de' catholici, come fa ogni anno in ciascheduna delle doi fiere semestri, gli librai o altri non comprino se non quei libri che sono messi in lista dal detto Valentino. Per tanto vostra paternità, senza però dar bando ma privatamente, commanderà a tutti gli librari che sono nella sua diocesi o ad altri che fanno venir libri, che in niun conto comprino o faccino venire se non di quegli che saranno nella lista del detto Valentino, altrimenti, oltre la perdita de' libri, gl'intìmi che severamente saranno castigati; e vostra paternità, quando succedesse tal caso, ne avisi subito la detta Sacra Congregazione. Padre mio, non si straccando gli heretici e gl'inimici, non so s'io devo dir più presto de questa Santa Sede o dell'anime proprie, di seminar continuamente le zizanie de i loro errori et heresie nel campo della cristianità con tanti libri perniziosi che alla giornata mandano fuori di novo, è necessario che non si dormi, ma che ci affatichiamo di estirpargli almeno in quei lochi dove potiamo. Però vostra paternità usi (come di lei si confida) ogni diligenza acciò da cotesta sua giurisdizione totalmente si levino. Circa che l'avverto che la lista del detto Valentino esclude solo que' libri che direttamente o indirettamente mordono la riputazione di questa Sede Apostolica et alla dignità dell'Imperio, onde non fa la stessa restrittiva per tutti quegli che sono heretici e scandalosi. Per tanto non mancherà poi lei di essaminar quegli etiam della lista che espressamente non appariscono esser catholici e boni, già che abbiamo provato che ne' libri anche d'humanità (quali per il titolo pare che non trattino d'altro che di belle lettere) vi sono sparse heresie marcie e dottrine scandalose. Però di questi o simili scoprendone qualcheduno, non manchi avvisarne la Sacra Congregazione dell'Indice, inviando un poco di censura, e benché questo sia negozio importantissimo e che molto preme, non dirò più confidato che chi sia per far l'assaissimo e per il servigio che farà a S. Divina Maestà e per utilità del publico e per il debito dell'offizio suo, oltre che farà cosa di gusto grande della Santità di N. S. e di molta sodisfazione a questi miei Illustrissimi Signori Colleghi, quali meco pregano Nostro Signore la feliciti. Non manchi di accusar la ricevuta di questa.
Di Roma, li 26 di luglio 1614
Al piacer suo
Il Cardinal Bellarmino

Storia d'Italia. Il mondo dei dotti e le tradizioni popolari, Einaudi, 2005


Il Grande Inquisitor!

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