mercoledì 25 agosto 2010

La gioia e la disgrazia

Cervantes si rivolge, scherzando, al tipo di lettore a cui ha destinato il libro. Lo chiama "desocupado lector". E queste due parole costituiscono, per i traduttori e interpreti, il primo problema del libro.
Vediamo cosa succede nelle due traduzioni italiane che ho sotto mano. Ferdinando Carlesi traduce: "Lettore beato, che non hai nulla da fare", ma spiega, e lo dice in una nota, che otto parole per tradurne due sono troppe. Però ne troviamo 10 nella traduzione di Vittorio Bodini: "lettore mio, che non hai nulla di meglio da fare". Orbene, ora io ammetto di essere un fanatico della traduzione interlineare o, per così dire, calcata. Per questo tradurrei, attenendomi il più possibile al testo, "disoccupato lettore" o, volendo essere un po' più ricercato, "ozieggiante lettore", poiché l'ozio sarà magari il padre di tutti i vizi (in realtà, non di tutti), ma anche di qualche virtù. Cervantes si rivolge a un lettore che sappia leggere con gioia. Desocupado: vale a dire capace di essere occupato dalla gioia della lettura, e di essere molto occupato, poiché la gioia che dà la lettura del Quijote è impregnata di mistero, di un mistero che aumenta la gioia. Volete che Cervantes non lo sapesse, di aver scritto un libro gioioso e misterioso?

Leonardo Sciascia, Desocupado lector, El País, 26 dicembre 1984
(è un articolo molto più ricco di quello che non lasci intravvedere il passaggio scelto qui: per questo, mi permetto di invitare il lettore disoccupato, o almeno quello poco occupato, a leggerlo per intero e a scusarmi se non ho trovato l'intero articolo originale)
William Wordsworth, The Prelude, Book second
Jorge Luis Borges, Obras Completas, Tomo II, Siete Noches, La Pesadilla, pagg. 221-231
Jorge Luis Borges, Ficciones, Pierre Menard, autor del Quijote, pagg. 20-25
E.M. Forster, Selected stories, Co-ordination


*


Marinero soy de amor

Marinero soy de amor,
y en su piélago profundo,
navego sin esperanza
de llegar a puerto alguno.

Siguiendo voy a una estrella
que desde lejos descubro,
más bella y resplandeciente
que cuantas vió Palinuro.

Yo no sé adónde me guía
y, así, navego confuso,
el alma a mirarla atenta,
cuidadosa y con descuido.

Miguel De Cervantes


Marinaio sono d'amore,
e nel suo pelago profondo,
navigo senza speranza
di arrivare ad alcun porto.

Vado seguendo una stella
che da lontano intravvedo,
più bella e risplendente
di quante ne vide Palinuro.

Io non so dove mi guida
e, così, navigo confuso,
l'anima intenta a mirarla,
ora attenta, ora distratta.

*

Ich glaube, man sollte überhaupt nur solche Bücher lesen, die einen beißen und stechen. Wenn das Buch, das wir lesen, uns nicht mit einem Faustschlag auf den Schädel weckt, wozu lesen wir dann das Buch? Damit es uns glücklich macht, wie Du schreibst? Mein Gott, glücklich wären wir eben auch, wenn wir keine Bücher hätten, und solche Bücher, die uns glücklich machen, können wir zur Not selber schreiben. Wir brauchen aber die Bücher, die auf uns wirken wie ein Unglück, das uns sehr schmerzt, wie der Tod eines, den wir lieber hatten als uns, wie wenn wir in Wälder verstoßen würden, von allen Menschen weg, wie ein Selbstmord, ein Buch muss die Axt sein für das gefrorene Meer in uns. Das glaube ich.

Franz Kafka, Brief an Oskar Pollak, 27. Januar 1904

Penso si debbano leggere solo i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a quale scopo leggiamo allora il libro? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, saremmo felici anche se non avessimo libri, e questi libri che ci rendono felici possiamo scriverli noi stessi, se del caso. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di qualcuno che abbiamo amato più di noi stessi, come se fossimo messi al bando nei boschi, lontano da tutti gli uomini, come un suicidio - un libro deve essere la scure per il mare gelato in noi. Questo, credo.

Franz Kafka, Lettera a Oskar Pollak, 27 gennaio 1904

*

Popout
Wim Wenders, Der Himmel über Berlin, 1987


Stanley Kubrick, Lolita, 1962


François Truffaut, Fahrenheit 451, 1966


Peter Greeenaway, Prospero's books, 1991


Jirí Menzel, Ostře sledované vlaky, 1966


Pier Paolo Pasolini, La ricotta, 1963


Claude Chabrol, Les biches, 1968

Rouben Mamoulian, Queen Christina, 1933


Woody Allen, Bananas, 1971

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