Oggi mi sono trovata tra le mani un volumetto intitolato "L'ideologia friulana. Critica dell'immaginario collettivo" (Kappa Vu 2010), che ho preso perché si apre con questa dedica ad un uomo del 1511, l'anno delle rivolte contadine in Friuli, cui mi è capitato di accennare di recente:
A Sebastiano Cornetto, piffaro, che sperava che
"fusse reversato il mondo". Morto e dimenticato.
La postfazione del libro, che, come si può facilmente intuire, non è un libro di poesie, contiene anche qualche verso del suo autore. Pur non sapendo dire se i versi citati costituiscano una poesia completa o ne siano solo un estratto, li riporto lo stesso.
L'azzurro non è misurabile
Questi uomini grassi strusciano il loro lardo
sulla padella del potere
e la conoscenza degli uomini e dei loro appetiti
è la rete di cui si servono
e gli uomini si servono di essi
per sentirsi servire ubbidendo
e ognuno in egual misura pur se in misura decrescente
si serve ed è servito opprime ed è oppresso.
Tito Maniacco
Vi ho poi trovato, sempre nella postfazione, una piccola poesia in friulano che gli ha ispirato il paese carnico di Oltris e in cui si parla del piacere dell'odore e del delirio del fieno arruffato nei campi e della letteratura, poesia di nulla e di frittura. Delirare è una delle mie parole preferite: profondamente contadina, eretica e libertaria, se si pensa che significa uscire dal solco dell'aratro. Ho avuto molta fortuna, ad incontrare Maniacco.
A ti plâs
il deliri dal fen
sgardufât sul cjamp
- leteradure
poesie di nuie
poesie di friture -
in font
pènsiti ben
l'odôr dal fen
al è l'odôr de la muart.
poesie di nuie
poesie di friture -
in font
pènsiti ben
l'odôr dal fen
al è l'odôr de la muart.
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