skip to main |
skip to sidebar
Ogni stato europeo si è chiuso in sé: uno apre la guerra in Libia, un altro, appena fatto il giusto esame sui diritti umani ai cinesi in visita, vende 200 carri alla radicata democrazia saudita per reprimere i riottosi, affini agli stessi che in Libia diciamo di voler sostenere come primavera nordafricana, un terzo addestra forze saudite contro gli insorti yemeniti, definiti coraggiosi, salva la Siria, un quarto rimuove unilateralmente le regole frontaliere di Schengen, un quinto finge di non aver mai saputo dei metodi del grande magnate liberista australiano dei mezzi di comunicazione, un sesto si balocca da più di un anno senza governo su beghe da condominio, un settimo mantiene pervicacemente al potere un uomo condannato per truffa e corruzione, tutti accettiamo le valutazioni di una o più agenzie private non europee, che non hanno saputo e voluto prevedere la crisi, poiché ne sono complici, sul debito degli stati, dando infine tutti addosso ai greci che contano per il 2% dell'economia europea, chiedendo loro, un ottavo paese membro, stolidamente il Partenone come garanzia.
Naturalmente tutti siamo per la pace e il progresso e intanto in casa succedono i fatti di Norvegia. Come dice oggi El País "Europa mira para otro lado": me parece que Europa mira siempre para otro lado e non si accorge che il mondo sta cambiando.
Da un'email del mio amico G., 26 luglio 2011
Nessun commento:
Posta un commento