Bonjour, m'sieur Gadà, puisque c'est vous m'sieur Gadà je suppose... Votre chambre est presque terminée... Si nous aurions su d'avance (buongiorno, signor Gadà, perché è lei il signor Gadà, suppongo... La sua camera è quasi pronta... Se l'avessimo saputo in anticipo).
Il mio cognome francesizzato svolazzò per tutta la locanda, ridiscese con la preghiera di voler pazientare altri cinque minuti.
Carlo Emilio Gadda, Le meraviglie d'Italia. Gli anni, Garzanti, 2003
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Eigenschaft der deutschen Sprache, im Munde von Ausländern, die sie nicht beherrschen und meist auch nicht beherrschen wollen, schön zu werden. Soweit wir Franzosen beobachtet haben, konnten wir niemals sehen, daß sie sich über unsere Fehler im Französischen freuten oder auch nur diese Fehler hörenswert fanden, und selbst wir, deren Französisch nur wenig französisches Sprachgefühl hervorbringen kann
Franz Kafka, Reisetagebuch Lugano-Paris-Erlenbach, 1911
La qualità della lingua tedesca è di diventare bella in bocca a stranieri che non la padroneggino e per lo più non la vogliano neanche padroneggiare. Per quanti francesi abbiamo osservati, non siamo mai riusciti a vedere che si rallegrassero dei nostri errori in francese o li trovassero degni di ascolto, e persino noi, che abbiamo sviluppato solo un po' il senso linguistico francese
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Si va a monžare ?
V., Paris, 2010
Andiamo a mangiare?
Andiamo a mangiare?
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À quand la prochaine révolution ?(1)
Francescà(2), Paris, 2010
A quando la prossima rivoluzione?
(1) Usando [o] al posto di [ɔ̃] in révolution (per difficoltà mie) e avvicinandomi tendenzialmente più alla revolución latinoamericana che a quella spagnola (per un inconscio rispetto della storia), la lingua francese non diventa bella, acquista un axàn e qui, linguisticamente parlando, non c'è niente di peggio che avere l'accento.
(2) Il nome Francescà può svolazzare al punto da essere colto da correnti ascensionali e da non ridiscendere più. Questo non è axàn, è assimilazione.
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