II peso lordo, senza tara, è stimato a chilogrammi 4.78. Avendo bisogno urgente di questi appunti per l'ultimazione del mio lavoro letterario intitolato "Ulisse" ossia "Sua Mare Grega" rivolgo cortese istanza a Lei, colendissimo collega, pregandoLa di farmi sapere se qualcuno della Sua famiglia si propone di recarsi prossimamente a Parigi, nel quale caso sarei gratissimo se la persona di cui sopra vorrebbe avere la squisitezza di portarmi la mappa indicata a tergo.
Dunque, caro signor Schmitz, se ghe ze qualchedun di Sua famiglia che viaggia per ste parti la mi faria un regalo portando quel fagotto che non ze pesante gnanca per sogno parchè, la mi capisse, ze pien de carte che mi go scritto pulido cola pena e qualche volta anca col bleistiff quando no iera pena. Ma ocio a no sbregar el lastico parché allora nasserà confusion fra le carte. El meio saria de cior na valigia che si pol serrar cola ciave che nissun pol verzer. Ne ghe ze tante di ste trappole da vender da Greinitz Neffen rente al Piccolo che paga mio fradel el professore della Berlitz Cul. Ogni modo la mi scriva un per di parole, dai, come la magnemo. Revoltella me ga scritto disendo che ze muli da saminar par zinque fliche ognedun e dopo i ze dotori de Revoltella e che mi vegno la de lu per dar lori l'aufgabe par inglese a zingue fliche ma non go risposto parché era una monada e po' la marca mi vegnaria costar cola carta tre fliche come che ze adesso coi bori e mi avanzaria do fliche per cior el treno e magnar e bever tre giomi, cossa la vol che sia.
Saluti cordiali e scusi se il mio cervelletto esaurito si diverte un pochino ogni tanto. Mi scriva presto, prego.
Da una delle lettere più note di Zeims Zois a Ettore Schmitz, scritta a Parigi il 5 gennaio del 1921, cinque mesi dopo aver lasciato definitivamente Trieste.
(Mi rendo conto che un irlandese possa ormai circolare liberamente nell'UE e mi rendo conto che non tutti gli immigrati si chiamano Joyce, che di Ulisse ne basta ed avanza uno e di Finnengans Wake mezzo, ma pensiamo mai veramente alle potenzialità di cui ci priviamo ogni volta che ci chiudiamo all'altro?)
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Tu hum it mei consernA Trieste:
color panza de moniga è la definizione di una particolare sfumatura di colore di pelle che non abbia mai visto un raggio di sole, purtroppo non ancora omologata nonostante la sua precisione;
dare a qualcuno del tu' mare grega è tuttora in uso;
nel periodo ipotetico, al posto del congiuntivo si usa il condizionale;
a xe, l'ind. pres. del verbo essere alla terza persona singolare, l'irlandese preferisce ze, come il triestino preferisce Zois a Joyce;
rente è accanto, vicino, ed è usato ormai da pochissimi triestin hablantes (forse dal lat. haerens, aderente, secondo il Grande Dizionario del Dialetto Triestino di Mario Doria);
Il Piccolo è il quotidiano locale, tradizionalmente noto anche come Il Bugiardello;
cul è chiaramente culo, e Zois aveva insegnato proprio alla Berlitz Cul, le cui lezioni possiamo un po' immaginare a partire dalla spiegazione che, secondo la testimonianza del fratello Stanislaus, diede al signor Schmitz del verso del sonetto 64 di Shakespeare And brass eternal slave to mortal rage: "Non so cosa significhi, ma suppongo che Shakespeare stesse pensando a delle bande tedesche";
come la magnemo è un modo di dire equivalente ad un come la mettiamo, ad un come va, ma più impertinente;
monada, se no' digo una monada, è talmente esteso nel nord-est che anche quelli del sud-ovest dovrebbero conoscerlo;
le fliche sono i soldi (secondo il cit. dizionario, dal tedesco Flicken, rattoppo, cencio, perché l'Austria durante le guerre del Risorgimento sostituì le monete metalliche con buoni di carta che si riducevano presto a brandelli);
i bori sono anche i soldi, il denaro (dall'antico italiano borro, grossa castagna, sempre secondo il cit. dizionario).
In tedesco Mappe è cartella, Bleistift è matita, Aufgabe è compito.
La polizia, invece, è la pubblica insicurezza in tutte le lingue del mondo.
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