sabato 3 luglio 2010

Bilder

Bilder bedeuten alles am Anfang. Sind haltbar. Geräumig.
Aber die Träume gerinnen, werden Gestalt und Enttäuschung.
Schon den Himmel hält kein Bild mehr. Die Wolke, vom Flugzeug aus
ein Dampf der die Sicht nimmt. Der Kränich nur noch ein Vogel.
Der Kommunismus sogar, das Endbild, das immer erfrischte
Weil mit Blut gewaschen wieder und wieder, der Alltag
Zahlt ihn aus mit kleiner Münze, unglänzend, von Schweiss blind
Trümmer die grossen Gedichte, wie Leiber, lange geliebt und
Nicht mehr gebraucht jetzt, am Weg der vielbrauchenden endlichen Gattung
Zwischen den Zeilen Gejammer auf Knochen der Steinträger glücklich
Denn das Schöne bedeutet das mögliche Ende der Schrecken.

Heiner Müller


Immagini

Le immagini significano tutto al principio. Sono resistenti. Spaziose.
Ma i sogni coagulano, divengono forma e delusione.
Già il cielo, nessuna immagine lo sostiene più. Le nuvole, dall'aereo
un vapore che il guardo esclude. La gru solo un uccello.
Il comunismo stesso, l'immagine finale, sempre rinnovata
Perché lavata e rilavata col sangue, la vita quotidiana
Lo paga con spiccioli, privi di lucentezza, di sudore ciechi
Macerie le grandi poesie, come corpi amati a lungo e
Ora non più necessari, nel cammino della nostra specie finita, esigente
Tra le righe i lamenti, la felicità costruita sulle ossa dei portatori di pietre
Perché il bello significa la possibile fine degli spaventi.

Sull'aria



(Nel verso finale, Müller parla con Rilke: Denn das Schöne ist nichts als des Schrecklichen Anfang/Perché il bello non è che il tremendo al suo inizio)
(In mezzo, per colpa mia, ora parla anche con Leopardi: a il guardo esclude non ho saputo resistere, è sbucato direkt aus dem Hinterkopf)

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