sabato 20 marzo 2010

Fino ad una decina di minuti fa, la parola più antica che conoscessi per indicare la poesia era ποίησις, da ποιεῖν, fare.

Da una decina di minuti è diventata 詩 (shī).

La poesia è composta da 言 (yán) e 寺 (sì), cioè da parole nel tempio.

Come ogni lirica che si rispetti, la si cantava (Aub tenía razón: antes cantan los niños que hablan).

, a sua volta, contiene  (kǒu) (bocca): sono parole che escono dalla bocca.

 è formato da (tǔ) (terra) e (cùn) (è un'unità di misura: la larghezza del pollice in corrispondenza dell'articolazione), il che mi fa pensare che nel tempio vi sia una certa nota d'umiltà rispetto all'aria che si respira in chiesa (Εκκλησία, assemblea).

(E lo chiamiamo greco antico.)

*

Aggiornamento

Questo post ha un merito, anzi due: ha indotto Studiolum ad arricchirlo con un contributo essenziale a commento qui sotto e gli ha poi ispirato un post che apporta ulteriori significati e interpretazioni. Lo ringrazio qui, in attesa di ripassare in quella miniera d'oro che è il suo blog.

4 commenti:

  1. Bellissima etimologia che si apre sull’infinito.

    È ancora più bello che i caratteri cinesi spesso hanno varie etimologie tradizionali che non si escludono ma vivono insieme ed arrichiscono la parola di tantissime connotazioni.

    寺, tempio, secondo il Wieger che segue la glossa Shuowen (vedi nel dizionario di Kangxi, p. 293, angolo superiore a sinistra), è “the place where the law or the rule 寸 are applied in a 之 constant manner”. In questa visione 寸, “pollice” significa qui non semplicemente una unità di misura, ma “la” misura, il canone, mentre il componente sopra 寸 è piuttosto 之 zhī, “a small plant ascending from the ground: idea of development, of progress, of continuity”.

    Secondo Karlgren, ripetuto nel dizionario di Richard Sears, 寺 è “a place where you come to make an offering with the hand 寸”. Infatti, 之, il germe spesso simboleggia l’offrenda in generale.

    E del 詩 la Shuowen dice: 志也從言寺聲, “a word/song sounding in the temple” – or “from the temple”. 詩經, Shi Jing: the Book of Songs.

    Luogo del trascendente e della misura; germinazione e compimento; offrenda data con la mano e con la bocca; parola e canto; voce che si canta e voce che si sente cantare.

    RispondiElimina
  2. Bellissimo.
    Questo, in italiano, si chiama regalo. Grazie, veramente.

    A proposito di cantare, ieri ho trovato questo.

    La poesia cinese, per me, è un territorio tutto da esplorare. Sto cominciando da Maurice Coyaud, Anthologie de la poésie chinoise classique, Édition bilingue, Les belles lettres 2009.

    RispondiElimina
  3. Fantastica osservazione...e..Complimenti per il blog!

    RispondiElimina