mercoledì 15 febbraio 2012

Esaudendo Pasternak

Prima della lettera della Cvetaeva a Rilke del 9 maggio del 1926, era stato Rilke - il 3 - a prendere l'iniziativa di scriverle per la prima volta. L'aveva fatto su richiesta di Pasternak. La lettera di Rilke si chiudeva così.
Mein Aufenthalt in Paris im vorigen Jahr, durch fast acht Monate, hat mich mit russischen Freunden, die ich fünfundzwanzig Jahre nicht gesehen hatte, wieder im Umgang gebracht. Aber warum, so muß ich mich jetzt fragen, - warum ist es mir nicht vergönnt gewesen, Ihnen zu begegnen, Marina Iwanowna Zwetajewa? Nach Boris Pasternaks Brief muß ich glauben, daß uns beiden eine solche Begegnung zur tiefsten innersten Freude ausgefallen wäre. Wird sich das jemals nachholen lassen? 
Rainer Maria Rilke 
P.S. Französisch ist mir ebenso vertraut wie deutsch; ich merke das an für den Fall, daß Ihnen diese Sprache, neben der Ihrigen, geläufiger sein sollte. 
Il mio soggiorno parigino, l'anno scorso, durato quasi otto mesi, mi ha rimesso in contatto con amici russi che non vedevo da venticinque anni. Ma perché - così mi devo ora chiedere - perché non mi è riuscito allora di incontrarVi, Marina Ivanovna Cvetaeva? Dopo la lettera di Boris Pasternak, mi viene da credere che quell'incontro avrebbe potuto dare ad entrambi la più profonda, intima gioia. Potremo mai rimediare? 
Rainer Maria Rilke 
P.S. Il francese mi è altrettanto familiare del tedesco; Ve lo ricordo nel caso in cui questa lingua, assieme alla Vostra lingua, Vi sia più facile.
La lettera di Rilke accompagnava una copia delle Elegie duinesi e dei Sonetti a Orfeo. Con queste rispettive dediche:
Für Marina Zwetajewa
Wir rühren uns. Womit? Mit Flügelschlägen,
mit Fernen selber rühren wir uns an.
Ein Dichter einzig lebt, und dann und wann
kommt, der ihn trägt, dem der ihn trug, entgegen. 
Der Dichterin Marina Iwanowna Zwetajewa. 
A Marina Cvetaeva
Ci tocchiamo. Come? A colpi d'ala,
è un tocco, il nostro, che viene da lontano.
Un poeta vive solo, e talvolta 
chi lo porta va incontro a colui che l'ha portato. 
Alla poetessa Marina Ivanovna Cvetaeva.

2 commenti:

  1. La quartina che accompagna il dono di Rilke a Marina Cvetaeva è il profetico prologo di un evento, straordinario nel suo umano decorso e nella sua essenza mistica.
    La traduzione in lingua italiana di quei quattro versi, che sempre s’incontra nel Web, è dolorosamente insignificante e menzognera, offensiva per la profondità di senso che ciascuno dei due poeti sempre dona a ogni propria parola.
    La ringrazio per non averla accettata; propongo soltanto un ritocco a parer mio necessario: “Ein Dichter einzig lebt” non sarebbe reso con maggior forza se espresso con “Vive un unico poeta”?
    Grazie, anche a nome di Rainer e di Marina.

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  2. Ben detto, ben detto. Anche "un poeta solo vive" andrebbe meglio della mia prima versione. Lascio l'errore, tuttavia, non vorrei mai che questo blog si montasse la testa. (Mi dispiace poter rispondere così tardi, ma una serie di commenti spam mi ha indotta molto tempo fa a togliere le notifiche di eventuali commenti veri, che restano sempre graditi a dispetto delle mie reazioni tardive.)

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