mercoledì 22 febbraio 2012

Hiob

Der Tod
für Yvan Goll
Der Tod ist eine Blume, die blüht ein einzig Mal.
Doch so er blüht, blüht nichts als er.
Er blüht, sobald er will, er blüht nicht in der Zeit.
Er kommt, ein großer Falter, der schwanke Stengel schmückt.
Du laß mich sein ein Stengel, so stark, daß er ihn freut.
Paul Celan

La morte
per Yvan Goll
La morte è un fiore che fiorisce una volta sola.
Eppure fiorisce così, come lei niente fiorisce.
Fiorisce, appena vuole, fiorisce, ma non nel tempo.
Una grande falena che viene ad adornare esili steli oscillanti.
Mi lasci essere uno stelo, così forte da gioirne.
Paul Celan

A partire dagli anni '20, Yvan Goll aveva sempre di più privilegiato il francese. Negli anni dell'esilio americano, aveva provato a scrivere in inglese. Alla fine degli anni '40, gravemente malato di leucemia in un letto di una stanza d'ospedale a Strasburgo, deve aver sentito parlare alsaziano. È probabilmente così che, dal suo molteplice passato linguistico e dal suo molteplice passato identitario, in quel letto alsaziano, riemersero questo tedesco e questo Giobbe. A costo di ribadire una cosa di per sé evidente, un tedesco, si badi, che in quegli anni era in grado di trasformare un "Höre Israel" uguale a milioni di altri in un "Ascolta Israele" diverso da milioni di altri.


Hiob

I

Mondaxt
Sink in mein Mark

Daß meine Zeder
Morgen den Weg versperre
Den feurigen Pferden

Alte Löwen meines Bluts
Rufen umsonst nach Gazellen
Es morschen in meinem Kopf
Wurmstichige Knochen

Phosphoreszent
Hängt mir im Brustkorb
Das fremde Herz

II

Verzehre mich, greiser Kalk
Zerlauge mich, junges Salz
Tod ist Freude

Und nährt mich noch der Fisch
Des Toten Meeres
Leuchtend von Jod

In meinen Geschwüren
Pfleg ich die Rosen
Des Todesfrühlings

Siebzig Scheunen verbrannt!
Sieben Söhne verwest!
Größe der Armut!

Letzter Ölbaum
Aus Asiens Wüste
Steht mein Gerippe

Wieso ich noch lebe?
Unsicherer Gott
Dich dir zu beweisen

III

Letzter Ölbaum, sagst du?
Doch goldenes Öl
Enttrieft meinen Zweigen
Die segnen lernten

Im Glashaus meiner Augen
Reift die tropische Sonne

Mein Wurzelfuß ist in Marmor gerammt

Höre Israel
Ich bin der Zehnbrotebaum
Ich bin das Feuerbuch
Mit den brennenden Buchstaben

Ich bin der dreiarmige Leuchter
Von wissenden Vögeln bewohnt
Mit dem siebenfarbenen Blick

Yvan Goll


Giobbe

I

Ascia luna
Affonda nel mio midollo

Che il mio cedro
Domani sbarri la strada
Ai cavalli focosi

I vecchi leoni del mio sangue
Chiamano invano gazzelle
Mi marciscono in testa
Ossa tarlate

Fosforescente
Mi pende nel torace
L'estraneo cuore

II

Consumami, calcare senile
Rodimi, giovane sale
La morte è gioia

E mi nutre ancora il pesce
Del Mar Morto
Scintillante di iodio

Nelle mie ulcere
Curo le rose
Della primavera mortale

Settanta fienili bruciati!
Sette figli putrefatti!
Grandezza della povertà!

Ultimo ulivo
Del deserto asiatico
Si staglia il mio scheletro

Come mai vivo ancora?
Dio incerto
Per provare te a te stesso

III

Ultimo ulivo, dici?
Eppure olio dorato
Stilla dai miei rami
Che impararono a benedire

Nella serra dei miei occhi
Matura il sole tropicale

Il mio piede radice è abbarbicato al marmo

Ascolta Israele
Io sono l'albero dei dieci pani
Io sono il libro di fuoco
Dalle lettere in fiamme

Io sono il candelabro a tre bracci
Abitato da uccelli sapienti
Dallo sguardo iridato

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