mercoledì 2 novembre 2011

Se si venisse a sapere

"Hören Sie auf!", unterbrach er mein sturzbachgleiches Geplapper. "Hören Sie sofort auf mit der Poesie! Ich kann keine Poesie vertragen, sie kehrt mir den Magen um." 
Thomas Mann, Bekenntnisse des Hochstaplers Felix Krull, Fischer Taschenbuch Verlag, 1989 
"La smetta!", disse interrompendo le mie chiacchiere torrenziali. "La smetta immediatamente con la poesia! Non riesco proprio a sopportare la poesia, mi rivolta lo stomaco".
Di fatto, molti devono pensarla come il direttore d'albergo Stürzli. Lo dicono le cifre: in Germania, paese di più di 80 milioni di abitanti in cui pur si legge discretamente, il numero medio di copie vendute di un libro di poesia è attualmente inferiore a 150 (135, se non mi sbaglio). Nettamente inferiore alla costante di Enzensberger, che rappresenta il numero delle persone che in media, in ogni paese, prendono in mano un nuovo libro di poesie, ed è pari a 1354. Eppure, sono convinta che se si venisse a sapere che, solo limitandosi a sfogliare distrattamente, per quanto ostentatamente, qualche pagina di un volume intitolato La divine comédie, un francese in viaggio sul TGV riesce a rimediare il numero di telefono di una sua connazionale che gli siede accanto, la costante di Enzensberger, almeno in Francia, conoscerebbe una fulminea impennata. Mi ha talmente distratta dalla mia lettura, la scena che si è svolta davanti ai miei occhi, con una domanda su Donte a squarciare il silenzio posta con lo stesso tono di un Aimez-vous Brahms?, che non sono riuscita a memorizzare con precisione, nel libro che stavo leggendo, il numero medio di copie vendute per libro di poesia.
Le stragi di uomini che mi sono guardata dal commettere, nella mia vita, tacendo.

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