Davanti al direttore di banca mia madre
impugnava la penna e tremante scriveva:
Bernardini Iole.
Io vidi che non c'era firma, ella aveva, scusandosi
scritto il suo nome, prima cognome e poi nome
come se avesse scritto scarpa, sasso, malva per la sera.
Di là da lei, dal suo tempo educato, si alzavano
firme alate, nomi scritti per non esser visti
nomi scritti per dire arte, individualità, spirito.
Ma io proporrei, se questa marcia di pace volessimo davvero farla
e se volessimo scrivere NOT IN MY NAME ora e sempre,
ecco, io proporrei di scrivere i nostri nomi così come sono,
come se avessimo scritto: mi porti un caffè per favore?
Posso iniziare? O, me lo dai questo bacio, insomma!
Insomma nomi tutti uguali, non privati ma collegiali,
nomi da scambiare come se io stessi scrivendo il tuo nome
e tu quello di mia madre, mentre lei, esitante,
scrive il suo sulla cedola degli investimenti a medio termine.
Alba Donati
Non in mio nome, Marietti, 2004
NON IN MIO NOME
Before the bank director, my mother
gripped the pen and with a shaking hand wrote:
Bernardini Iole.
I saw that there was no signature, she had written,
apologizing, her name, first the surname and then the name
as if she had written shoe, stone, mallow for the night.
Over there, at home, from her polite time, winged signatures
rose, names written not to be seen
names written to say art, individuality, spirit.
But I would propose, should we really want to do this march for peace
and should we want to write NON IN MIO NOME now and ever,
well, I would propose we write our names as they are,
as we had written: could you please bring me a coffee?
May I start? Or well, won't you kiss me?
In short, the same names, not private, but collective ones,
names to be exchanged as if I was writing your name
and you that of my mother, while she, hesitating,
writes hers on the dividend check of the medium-term investments.
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