Sono due.
Aput: snow on the ground.
Qanik: snow in the air (or snowflake).
Dictionary of the West Greenlandic Eskimo language, Meddelsem om Grønland 69 by C.W. Schultz-Lorentzen, Reitzels, Copenhagen 1927, cited by The great Eskimo vocabulary hoax and other irreverent essays on the study of language by Geoffrey K. Pullum, The University of Chicago Press, 1991
Tutto il resto è polisintesi, come dice la nota canzone di Califanuit, per cui le innumerevoli parole che gli inuit usano per indicare la neve sono solo parole composte derivate dalle due parole base (morfemi, se parlassi forbito).
Un po' come da una forma base, quella di un semplice prisma esagonale, derivano le infinite forme dei cristalli di neve.
Foto di Kenneth Libbrecht (altre qui)
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Niente poesia*, oggi, ché nella mia ormai cronica mancanza di fantasia il cristallo mi fa venire in mente solo Kristall di Celan (e, solo dopo molti sforzi, anche la piccola raccolta Atemkristall, sempre sua), ma non mi pare il caso.
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* Bon, solo qualche verso messo in fila, via, che male non fa: E (m'innamoro) del sol rîe che fa fiurî l’avril/e del miel che l’ha in boca,/la prima neve che za fioca/sia pur lenta e zentil.
Del sol rîe è del suo riso, quello della vita.
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(questi non sono asterischi, sono cristalli di neve ramificati)
IO ci sono venuta...ma in genere si legge compunti, in silenzio e di va a discutere da un'altra parte...ho anche provato a tenrlo un blog, non riesco. Nessuno che risponde...mi scappa la pazienza. Sono una donna da forum, sostnazialmente se c'è un argomento si discute di qualcosa con altri.
RispondiEliminaMa leggendo che ti rammaricavi ti lascio un segno
ciao
Nico
Nessun rammarico, ma grazie per il segno. Un caffè a te.
RispondiEliminaLascio un segno anche io, cercavo traccia delle famose parole Inuit per "neve", e l'ho trovata.
RispondiEliminaAccetto volentieri il caffé. Se macchiato meglio.
Voilà il macchiato, bello caldo. Sei fortunato: ieri non avresti trovato il latte.
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