venerdì 9 marzo 2012

Tempo - n. 103

Da qualche parte, più di qualche volta (102, per la precisione), ho già fatto emergere la mia ossessione di girare intorno a singole parole chiave: una di queste è il tempo. Ciclicamente, vi ritorno. Al tempo passato, su cui mi viene più naturale riflettere e quindi scrivere, e al tempo presente, di cui posso scrivere solo quando è passato, non fosse che appena qualche minuto dopo il suo essere presente, come nel caso del momento in cui mi sono messa a scrivere che da qualche parte, più di qualche volta (102, per la precisione), ho già fatto emergere la mia ossessione di girare intorno a singole parole chiave: una di queste è il tempo... ed ecco che qui salta fuori dal mio passato, inaspettata solo fino a qualche minuto fa, la voce roca di mio nonno Romeo, uomo di cultura dialettale e quindi esclusivamente orale (e manuale, naturalmente), cultura di tempi ciclici, sia nella vita sia nella fabula della vita. Raccontava mio nonno a mia madre bambina:

- Questa 'a è 'a storia de Sior Intento
che dura poco tempo e mai no se distriga
vutu che te 'a conte o vutu che te 'a diga?
- Che te me 'a conte!
- Questa 'a è 'a storia de Sior Intento
che dura poco tempo e mai no se distriga
vutu che te 'a conte o vutu che te 'a diga?
- Che te me 'a diga!
- Questa 'a è 'a storia de Sior Intento
che dura poco tempo e mai no se distriga
vutu che te 'a conte o vutu che te 'a diga?
...


Al futuro penserò un'altra volta, quando si sarà trasformato in passato.

*
Os mortos de sobrecasaca

Havia a um canto da sala um álbum de fotografias intoleráveis,
alto de muitos metros e velho de infinitos minutos,
em que todos se debruçavam
na alegria de zombar dos mortos de sobrecasaca.

Um verme principiou a roer as sobrecasacas indiferentes,
e roeu as páginas, as dedicatórias e mesmo a poeira dos retratos.
Só não roeu o imortal soluço de vida, que rebentava
que rebentava daquelas páginas.

Carlos Drummond de Andrade

Mãos dadas

Não serei o poeta de um mundo caduco.
Também não cantarei o meu futuro.
Estou preso à vida e olho meus companheiros.
Estão taciturnos mas nutrem grandes esperanças.
Entre eles, considero a enorme realidade.
O presente é tão grande, não nos afastemos.
Não nos afastemos muito, vamos de mãos dadas.

Não serei o cantor de uma mulher, de uma história,
não direi suspiros ao anoitecer, a paisagem vista da janela,
não distribuirei entorpecentes ou cartas de suicidas,
não fugirei para as ilhas nem serei raptado por serafins.
O tempo é minha matéria, o tempo presente, os homens presentes,
a vida presente.

Carlos Drummond de Andrade


I morti in redingote

C'era in un angolo della sala un album di fotografie insopportabili,
alto molti metri e vecchio infiniti minuti,
in cui tutti si curvavano
per la gioia di burlarsi dei morti in redingote.

Un verme cominciò a rodere le redingote indifferenti,
e rose le pagine, le dediche e persino la polvere dei ritratti.
Solo non rose l'immortale singhiozzo della vita, che scoppiava
che scoppiava da quelle pagine.

Tenendoci per mano

Non sarò il poeta di un mondo caduco.
Non canterò nemmeno il mio futuro.
Son tutto preso dalla vita e guardo i miei compagni.
Sono taciturni ma nutrono grandi speranze.
Tra loro, considero l'immensa realtà.
Il presente è così grande, non ci allontaniamo.
Non ci allontaniamo molto, camminiamo tenendoci per mano.

Non sarò il cantore di una donna, di una storia,
non dirò dei sospiri al calar della notte, del paesaggio visto dalla finestra,
non distribuirò droghe o biglietti di suicidi,
non fuggirò verso le isole né sarò rapito da serafini.
Il tempo è la mia materia, il tempo presente, gli uomini presenti,
la vita presente.

5 commenti:

  1. Mia nonna (veneta) diceva "che dura poco tempo". Tutto il resto, a parte le ovvie differenze di pronuncia, era uguale. Interessante questa variazione.

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    1. "vutu che te 'a conte o vutu che te 'a diga?"

      Non la conoscevo proprio, molto più bella di C'era una volta un re.

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  2. Tua nonna, Barbara, aveva chiaramente ragione: sono io ad averla riportata male. Un lapsus, forse, dovuto alla lunghezza infinita del breve racconto. Adesso la correggo e lascio in questo commento la traccia del mio errore. Grazie.

    Davvero, Giovanni, molto più bella. Lo trovo anch'io.

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  3. Mi sono accorta solo adesso di un'altra differenza (dato che la conosco, l'avevo solo scorsa, troppo distrattamente). Te la metto qui intera come la so io, in veneto, anzi, in padovano.
    - Questa zé a storia del sior Intento
    che dura poco tempo
    che mai no se distriga,
    vuto che te 'a conta o vuto che te 'a diga?
    - Cóntemea.
    - No se dize mai cóntemea
    parché questa zé **ecc.**,
    vuto che te 'a conta o vuto che te 'a diga?
    - Dìmea.
    - No se dize mai dìmea parché questa zé...

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