So con certezza che oggi, 25 marzo 2012, in una stanza dell'Hospital da Cruz Vermelha, Antonio Tabucchi, poco prima di morire, ha ricevuto la visita del suo Maestro Fernando Pessoa, l'autore, tra l'altro, di Tabacaria, la prima poesia di Pessoa/Álvaro de Campos che Tabucchi lesse in assoluto, una poesia trovata, in una traduzione francese (quella di Armand Guibert? quella di Pierre Hourcade? - Tabucchi si è contraddetto, in proposito, negli anni), da un bouquiniste parigino nell'autunno del 1964, quando era studente alla Sorbona. La scoperta di Bureau de tabac lo spinse ad iscriversi ad un corso di lingua e letteratura portoghese che, appena aperta la porta della classe per assistere alla prima lezione, gli si rivelò con queste parole, recitate dalla voce di Luciana Stegagno Picchio, tratte da una poesia antica, probabilmente le prime parole poetiche che intese in quella lingua, sicuramente quelle che lo sottrassero definitivamente, salvificamente, all'Italia (ma non all'italiano ed agli inevitabili sensi di colpa provati per una colpa pur inesistente):
Ondas do mar de Vigo, onde está o meu amigo?
Se sabeis onde está o meu amigo, aí Deus que volte cedo.
So con certezza che oggi Tabucchi, durante la visita che Pessoa finalmente gli ha reso, si è rivolto al Maestro con un sorriso, come ad un padre, come a colui che gli ha dato la vita interiore. Sì, Tabucchi ha sorriso. Lo so perché quell'incontro, seppure in altre circostanze e sotto altre spoglie, Tabucchi lo aveva già immaginato con precisione: ne Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa, Sellerio, 1994, la sua fantasia percorse la notte del 28 novembre del 1935, la notte in cui, poco prima di morire, Pessoa, in una piccola stanza della clinica São Luis dos Franceses ricevette la visita del suo Maestro, Alberto Caeiro:
Pessoa sorrise. Lo sapevo, disse, l'ho sempre considerata mio padre, anche nei miei sogni lei è sempre stato mio padre, non ha niente da rimproverarsi, Maestro, mi creda, per me lei è stato un padre, colui che mi ha dato la vita interiore.
Bello il tuo ricordo di Tabucchi.
RispondiEliminaOggi, purtroppo, mancano sia i maestri che i padri.
Niente impedisce di scegliersene uno o più dal passato: uno dei miei è Ernesto Ragazzoni.
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