Man zeigte im alten Griechenland Stellen, an denen es in die Unterwelt hinabging. Auch unser waches Dasein ist ein Land, an dem es an verborgenen Stellen in die Unterwelt hinabgeht, voll unscheinbarer Örter, wo die Träume münden. Am Tag gehen wir nichtsahnend an ihnen vorüber, kaum aber kommt der Schlaf, so tasten wir mit geschwinden Griffen zu ihnen zurück und verlieren uns in dunklen Gängen. Das Häuserlabyrinth gleicht am hellen Tag dem Bewußtsein; die Passagen (die in ihr vergangenes Dasein führen) münden Tagsüber unbemerkt in die Straßen. Nachts unter den dunklen Häusermassen aber springt ihr kompakteres Dunkel erschreckend heraus; und der späte Passant hastet an ihnen vorüber, es sei denn, daß wir ihn zur Reise durch die schmale Gasse ermuntert haben.
Aber ein anderes System von Galerien, die unterirdisch durch Paris sich hinziehen: die Métro, wo am Abend rot die Lichter aufglühen, die den Weg in den Hades der Namen zeigen. Combat - Elisée - George V - Etienne Marcel - Solférino - Invalides - Vaugirard haben die schmachvollen Ketten der rue, der place von sich abgeworfen, sind hier im blitzdurchzuchten, pfiffdurchgellten Dunkel zu ungestalten Kloakengöttern, Katakombenfeen geworden. Dies Labyrinth beherbergt in seinem Innern nicht einen sondern Dutzende blinder, rasender Stiere, in deren Rachen nicht jährlich eine thebanische Jungfrau, sondern allmorgentlich tausende bleichsüchtiger Midinetten, unausgeschlafener Kommis sich werfen müssen. Straßennamen. Hier unten nichts mehr von dem Aufeinanderprall, der Überschneidung von Namen, die das oberirdische Sprachnetz der Stadt bilden. Ein jeder haust hier einzeln, die Hölle sein Hofstaat, Amer Picon Dubonnet sind die Hüter der Schwelle.
Walter Benjamin, Das Passagen-Werk, Aufzeichnungen und Materialien, Gesammelte Schriften, V-I, 135-136
1913
1913
Cedimento di place de l'Alma a seguito dei lavori di sistemazione della linea del métro, 8.1.1915
Raid di uno Zeppelin, métro del boulevard de Belleville, 29.1.1916
Inondazione del 1910, ingresso del métro Cour de Rome, 31.1.1910
Sciopero dei trasporti, Opéra, 1919
Inaugurazione della stazione boulevard Haussmann alla presenza del presidente Doumergue, 1927
Buttes-Chaumont, 1932
1933
Nell'antica Grecia venivano indicati dei posti in cui si poteva discendere nell'oltretomba. Anche la nostra esistenza da svegli è un territorio in cui, in corrispondenza di punti nascosti, si discende nell'oltretomba, pieno di luoghi discreti dove sfociano i sogni. Di giorno ci passiamo accanto senza alcun presentimento, ma appena arriva il sonno ci affrettiamo a cercare a tastoni, perdendoci in passaggi oscuri. Il labirinto di case equivale, in pieno giorno, alla coscienza; i passaggi (che conducono all'esistenza passata della città) sfociano, durante il giorno, non visti, nelle strade. Di notte, però, sotto le masse di case scure, scatta la loro compatta, spaventosa oscurità, e il passante a tarda ora ci passa davanti di fretta, a meno che non lo abbiamo incoraggiato ad intraprendere il viaggio attraverso lo stretto vicolo.
Ma c'è un altro sistema di gallerie che si estende nei sotterranei di Parigi: il métro, in cui rosse brillano la sera le luci che indicano il percorso nell'Ade dei nomi. Combat - Élisée - George V - Étienne Marcel - Solférino - Invalides - Vaugirard, nomi che si sono liberati dalle umilianti catene della rue, della place, sono diventati qui, nell'oscurità attraversata da lampi e penetrata da fischi, mostruose divinità delle cloache, fate delle catacombe. Questo labirinto accoglie al suo interno non uno, ma decine di tori ciechi e furiosi, nelle cui fauci si devono gettare non una vergine tebana all'anno, bensì, ogni mattina, migliaia di esangui sartine alle prime armi e di impiegati morti di sonno. Toponomastica. Qui, sotto terra, nessuna traccia dello scontro, degli incroci di nomi che costituiscono la rete linguistica di superficie. Qui ogni nome abita da solo, l'inferno è la sua corte; Amer, Picon, Dubonnet sono i guardiani della sua soglia.
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