sabato 14 maggio 2011

Zašto mi je Thomas Bernhard ukrao pjesmu?

Jetzt im Frühling
kann ich die Sprache der Äcker
nicht mehr verstehn
und die Toten schauen
mit großen Augen mich an
und der Weizen schäumt
und der Fluß redet mir vom Himmel...
Wo die Kinder lachen,
da ist mein Land mir
fremder als alle Länder
der Erde
Thomas Bernhard

Već dva tjedna liježem s istim pitanjem u glavi: zašto mi je Thomas Bernhard ukrao pjesmu? Znate i sami da je u ovo vrijeme sve moguće. Dok vi gledate televiziju, pričate o ženama ili žučno ponavljate kako su izbori u Zambiji lažirani, lukavac se ušulja u kuću, ubaci vam virus u kompjuter, sakrije zadnju kutiju cigareta ili vam, jednostavno, kao u mom slučaju, ukrade pjesmu.
Moj je kućni lupež doista bio iznimno lukav. Izvršio je krađu, a da toga vjerojatno ni sâm nije bio svjestan, pa onda još i umro iz predostrožnosti (i to osam godina prije nego što sam shvatio što se zapravo dogodilo). Dakle, činjenice: prije točno četrnaest dana, 26. veljače 1997, pročitao sam u časopisu "Forum", br. 10 za 1996, na stranici 1131. pjesmu od jedanaest stihova naslova 'sad u proljeće', potpisanu imenom Thomasa Bernharda. Ispod teksta piše da je riječ o prijevodu, tojest da ga je s njemačkog na hrvatski preveo gospodin Mate A. Ivandić.
Junak pjesme u prvome licu priznaje da više ne može razumjeti jezik njiva, kad se pšenica pjeni i kad ga mrtvi promatraju krupnim očima tamo gdje se djeca smiju. Odmah mi se učinilo da su to moje riječi i da pjesma govori o Slavoniji. Međutim, kako sam je čitao u Parizu, nisam se istog trenutka usudio u to povjerovati. Ipak, večeras sam potpuno siguran da je riječ o groznoj zabuni. Jer, razmislim li malo bolje, tko bi uopće - osim mene - mogao napisati: "tamo gdje se djeca smiju,/ moja mi je zemlja/ tuđija od svih zemalja svijeta." Bernhard? Ni govora. Taj bivši trgovački pomoćnik i salzburški student glazbe mogao je napisati čudesnu prozu "Wittgensteinov nećak", ali nikako te stihove.
I njegova štura biografija je na mojoj strani. U njoj se, naime, nigdje ne spominje eventualni susret sa Slavonijom. Austrija kao moguća inspiracija automatski otpada zbog toga što joj je poznatiji jezik brda i brežuljaka nego jezik njiva. Ostaje Nizozemska u kojoj je Bernhard rođen. No, ni ona ne može biti opravdanje. Nizozemska je nešto sasvim drugo: to je Slavonija za turiste, a ne za pravu, grčevitu, sudbinsku nostalgiju. Recite mi, uostalom, tko će povjerovati da se pšenica može pjeniti bilo gdje izvan Slavonije! To nije posljedica rasta, to je pogled u svakom trenutku spreman za oluju.
Doduše, zagonetno mi je zašto me mrtvi u toj mojoj pjesmi promatraju krupnim očima. No, treba li svemu tražiti razloge? Zar uopće postoji pjesnik koji zna što je sve u stanju napisati? Dapače, zar postoji ljudski stvor koji može opravdati ili predvidjeti sve svoje misli i rečenice? Možda me upravo Thomas Bernhard tim krupnim očima uporno gleda još od 12. veljače 1989, pokušavajući se ispričati. Ako je tako, moram i vas i njega upozoriti da griješi. Ja ne tražim ispriku, ja se ne ljutim. Zanima me jedino zašto je tako dobra i iskrena pjesma (kakva je ta moja "sad u proljeće") trebala biti potpisana imenom poznatog književnika, kad bi joj - uvjeren sam - bilo prostranije pjeniti se u Slavoniji zaštićenoj mojom šutnjom i anonimnošću.
Zašto mi je, zapravo, Thomas Bernhard ukrao pjesmu?

Krešimir Bagić



Ora in primavera
non riesco più a capire
il linguaggio dei campi
e i morti mi osservano
con occhi spalancati 
e il grano spumeggia
e il fiume mi parla del cielo...
Dove i bambini ridono,
là il mio paese mi è
più estraneo di tutti i paesi
della terra
Thomas Bernhard


Perché Thomas Bernhard ha rubato la mia poesia?

Da due settimane vado a dormire con la stessa domanda per la testa: perché Thomas Bernhard ha rubato la mia poesia? Lo sapete da voi che di questi tempi tutto è possibile. Mentre guardate la televisione, parlate di donne o ripetete amaramente che le elezioni nello Zambia sono truccate, un tipo scaltro vi si intrufola in casa, vi mette un virus nel computer, vi nasconde l'ultimo pacchetto di sigarette o, come nel mio caso, vi ruba semplicemente la vostra poesia.
Il mio ladro è stato incredibilmente scaltro. Ha commesso un furto senza neanche rendersene conto, poi è morto per precauzione (e ben otto anni prima che capissi quello che era veramente successo). Dunque, ecco i fatti: esattamente quattordici giorni fa, il 26 febbraio 1997, ho letto sulla rivista letteraria "Forum", numero 10 dell’anno 1996, alla pagina 1131, una poesia di undici versi, intitolata "ora in primavera", firmata da Thomas Bernhard. Sotto il testo, vi si precisava che si trattava di una traduzione, nel senso che Mate A. Ivandić l'ha tradotta dal tedesco al croato.
Il protagonista della poesia, alla prima persona singolare, confessa di non riuscire più a capire il linguaggio dei campi, mentre il grano spumeggia e i morti lo osservano con occhi spalancati là dove i bambini ridono. Subito mi è sembrato che fossero parole mie e che la poesia parlasse della mia Slavonia in Croazia. Tuttavia, siccome l'ho letta a Parigi, sul momento non ci ho potuto credere. Eppure, questa sera sono persuaso che si tratta di una spaventosa confusione, perché, se ci rifletto un po' meglio, chi avrebbe mai potuto scriverla - a parte me: "là dove i bambini ridono / il mio paese mi è / più estraneo di tutti i paesi del mondo.” Bernhard? Certamente no. Questo ex commerciante e studente di musica salisburghese ha potuto scrivere la prosa meravigliosa del “Nipote di Wittgenstein”, ma in nessun caso quei versi lì.
E la sua scarna biografia sta dalla mia parte, vale a dire che non ha niente a che vedere col suo eventuale incontro con la Slavonia. L’Austria, come possibile ispirazione, cade automaticamente perché il linguaggio delle montagne e delle colline gli è più familiare di quello dei campi. Restano i Paesi Bassi, dove Bernhard è nato, ma questo non può servire da giustificazione. I Paesi Bassi sono qualcosa di completamente diverso: è la Slavonia per turisti, e non per la vera, convulsiva nostalgia del destino. Ditemi, dopo tutto, chi potrebbe credere che il grano possa spumeggiare altrove, se non nella Slavonia croata. Non è la conseguenza della crescita, è uno sguardo in ogni momento pronto per la tempesta.
In realtà, resta un mistero il motivo per cui i morti in questa poesia mi osservino con occhi spalancati, ma bisogna cercare per forza una ragione per tutto? Ad ogni modo, esiste un solo poeta che sappia tutto quello che è in grado di scrivere? E poi esiste una creatura umana che possa giustificare o prevedere tutti i propri pensieri e tutte le proprie parole? Forse proprio Thomas Bernhard mi osserva ostinatamente con i suoi occhi spalancati dal 12 febbraio 1989 cercando di scusarsi. Se è così, devo segnalare sia a voi sia a lui che è lui che si sbaglia. Non chiedo delle scuse, non sono arrabbiato. Cerco solamente di sapere perché una buona poesia sincera (com'è il caso della mia "ora in primavera") abbia dovuto essere firmata da un famoso scrittore, quando le sarebbe stato più comodo - ne sono convinto - spumeggiare nella Slavonia croata, protetta dal mio silenzio e dal mio anonimato.
Perché, in effetti, Thomas Bernhard ha rubato la mia poesia?


Eh, se Bagić sapesse quante poesie hanno rubato a me. Scagiono completamente solo Neruda e Prévert, assieme ovviamente a tutti i parrucconi malamente travestiti da poeti, che non mi hanno mai sottratto nemmeno una congiunzione, mentre accuso pubblicamente moltissimi altri: se il più lesto è stato Archiloco, estremo anticipatore dei tempi, tra i ladri più recidivi delle mie poesie ho individuato, al di là di ogni ragionevole dubbio, Erich Fried. Non porto loro alcun rancore, sia chiaro, solo gratitudine. Il solo mistero, nel mio caso, è chi gliele abbia tradotte in greco ed in tedesco e perché Archiloco abbia estratto dai miei versi solo dei frammenti.

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