Mi ero riproposta di trovare e riprodurre non appena possibile il testo di Benjamin cui avevo pensato leggendo di fodere di cappotti nel bellissimo testo di Pajak a lui dedicato. Mi è stato possibile tra ieri sera e stamattina. Con piccola, solitaria soddisfazione, che spero solitaria ancora per poco.
Der vierzehnte Juli. Von Sacré-Cœur aus übergießen bengalische Feuer Montmartre. Der Horizont hinter der Seine glüht. Feuergarben fahren auf und erlöschen über der Ebene. Zehntausende stehen am steilen Abhang gedrängt und folgen dem Schauspiel. Und diese Menge kräuselt unaufhörlich ein Flüstern wie Fältchen, wenn der Wind im Mantel spielt. Spannt man sein Ohr dem schärfer entgegen, so tönt darin noch anderes als Erwartung der Raketen und Leuchtkugeln. Erwartet nicht diese dumpfe Menge ein Unheil, groß genug, aus ihrer Spannung den Funken zu schlagen; Feuersbrunst oder Weltende, irgend etwas, das dies samtne, tausendstimmige Flüstern umschlagen ließe in einen einzigen Schrei, wie ein Windstoß das Scharlachfutter des Mantels aufdeckt? Denn der helle Schrei des Entsetzens, der panische Schrecken ist die Kehrseite aller wirklichen Massenfeste. Der leise Schauer, der die ungezählten Schultern überrieselt, bangt nach ihm. Für das tiefste, unbewußte Dasein der Masse sind Freudenfeste und Feuersbrünste nur Spiel, an dem sie auf den Augenblick des Mündigwerdens sich vorbereitet, auf die Stunde, da Panik und Fest, nach langer Brudertrennung sich erkennend, im revolutionären Aufstand einander umarmen. Von Rechts wegen begeht man in Frankreich die Nacht des vierzehnten Juli mit Feuerwerk.
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Walter Benjamin, Gesammelte Schriften, IV-1, Suhrkamp Verlag
Frédéric Pajak, Manifeste incertain 1, Les éditions Noir sur Blanc, Losanna, 2012
Bell'orrore
Quattordici luglio. Dal Sacré-Cœur si riversano fuochi d'artificio su Montmartre. L'orizzonte dietro la Senna fiammeggia. Fasci di fuochi ascendono e si spengono sulla pianura. Decine di migliaia di persone si affollano sul pendio scosceso e seguono lo spettacolo. E un mormorio fa increspare senza posa questa folla come quando il vento gioca con il cappotto. Se vi si presta meglio ascolto, ne emerge un suono diverso da quello atteso dai razzi e dai bagliori dei fuochi. Questa folla soffocata non si aspetta una disgrazia tanto grande da innescare la scintilla dalla propria tensione; incendio o fine del mondo, un qualcosa che trasforma questo mormorio vellutato di migliaia di voci in un sol grido, come un colpo di vento svela la fodera scarlatta di un cappotto? Perché il chiaro grido dell'orrore, del timor panico, è il rovescio di ogni vera massa. Il leggero brivido che corre sulle innumerevoli spalle ne rivela la febbrile attesa. Per l'esistenza incosciente più profonda della massa, le manifestazioni di gioia e gli scoppi sono solo un gioco in cui questa si prepara all'istante dell'emancipazione, all'ora in cui panico e festa, riconoscendosi come fratelli dopo una lunga separazione, si abbracciano in un'insurrezione rivoluzionaria. È a pieno diritto che in Francia la notte del quattordici luglio si celebra con fuochi di artificio.
Quattordici luglio. Dal Sacré-Cœur si riversano fuochi d'artificio su Montmartre. L'orizzonte dietro la Senna fiammeggia. Fasci di fuochi ascendono e si spengono sulla pianura. Decine di migliaia di persone si affollano sul pendio scosceso e seguono lo spettacolo. E un mormorio fa increspare senza posa questa folla come quando il vento gioca con il cappotto. Se vi si presta meglio ascolto, ne emerge un suono diverso da quello atteso dai razzi e dai bagliori dei fuochi. Questa folla soffocata non si aspetta una disgrazia tanto grande da innescare la scintilla dalla propria tensione; incendio o fine del mondo, un qualcosa che trasforma questo mormorio vellutato di migliaia di voci in un sol grido, come un colpo di vento svela la fodera scarlatta di un cappotto? Perché il chiaro grido dell'orrore, del timor panico, è il rovescio di ogni vera massa. Il leggero brivido che corre sulle innumerevoli spalle ne rivela la febbrile attesa. Per l'esistenza incosciente più profonda della massa, le manifestazioni di gioia e gli scoppi sono solo un gioco in cui questa si prepara all'istante dell'emancipazione, all'ora in cui panico e festa, riconoscendosi come fratelli dopo una lunga separazione, si abbracciano in un'insurrezione rivoluzionaria. È a pieno diritto che in Francia la notte del quattordici luglio si celebra con fuochi di artificio.
Carissima Francesca, scusami se ti ho persa di vista per lungo tempo. Come puoi vedere, comunque, quando torni a W.B., non resti mai sola!
RispondiEliminaGrazie, Francesco.
EliminaDer Krieg, und nur der Krieg, macht es möglich, Massenbewegungen größten Maßstabs unter Wahrung der überkommenen Eigentumsverhältnisse ein Ziel zu geben.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=z00NzKTFGII
"The Army,"' as Marx has pointed out, "was the 'point of honor' with the allotment farmers: it was themselves turned into masters, defending abroad their newly established property... The uniform was their state costume, war was their poetry; the allotment was the fatherland, and patriotism became the ideal form of property."" The Western nationalism which culminated in general conscription was the product of firmly rooted and emancipated peasant classes.
EliminaWhile consciousness of nationality is a comparatively recent development, the structure of the state was derived from centuries of monarchy and enlightened despotism. Whether in the form of a new republic or of a reformed constitutional monarchy, the state inherited as its supreme function the protection of all inhabitants in its territory no matter what their nationality, and was supposed to act as a supreme legal institution. The tragedy of the nation-state was that the people's rising national consciousness interfered with these functions. In the name of the will of the people the state was forced to recognize only "nationals" as citizens, to grant full civil and political rights only to those who belonged to the national community by right of origin and fact of birth. This meant that the state was partly transformed from an instrument of the law into an instrument of the nation.
The conquest of the state by the nation was greatly facilitated by the downfall of the absolute monarchy and the subsequent new development of classes. The absolute monarch was supposed to serve the interests of the nation as a whole, to be the visible exponent and proof of the existence of such a common interest. The enlightened despotism was based on Rohan's "kings command the peoples and interest commands the king"; with the abolition of the king and sovereignty of the people, this common interest was in constant danger of being replaced by a permanent conflict among class interests and struggle for control of the state machinery, that is, by a permanent civil war.
Hannah Arendt, The origins of totalitarianism
Per la solita, curiosa coincidenza, l'ho letto stamattina in métro.
in inglese?!! omigod
RispondiEliminaIn quella lingua apparve la prima edizione.
EliminaPochi longhi.