Grazie ad un articolo del corrispondente da Mosca de Le Monde, Benoît Vitkine, si capisce che in questo momento i teatri pubblici russi sono da evitare, almeno da parte di chi, come Nina K., trentenne moscovita, rifiuta la cultura proposta dallo stato, che non dà voce a chi è contrario alla guerra. C'è ancora spazio, tuttavia, per qualche evento culturale dove viene evocato il conflitto, "in modo diretto, non cifrato e ipocrita", come quello di una serata dedicata a poesie sull'Ucraina, alcune serie, altre ironiche, come quella "su un soldato richiamato nell'ambito della mobilitazione parziale e rientrato a casa parzialmente".
Nello stesso articolo, Nina K. si domanda perché nessuno parli di Artëm Kamardin, arrestato a settembre del 2022, assieme a Egor Štovba e Nikolaj Dajneko, in piazza Triumfal’naja, dopo una lettura pubblica di una poesia contro la guerra. Se ne parla un po', in realtà, ma mai abbastanza.
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