There is a growing feeling that the war will be a long business, but,
though no attempt is made to minimize the dangers of the actual and
potential lineups against them, the English are, on the whole,
confident. They worry, however, about what will happen in Europe after
peace comes. Even quiet middle-aged ladies can now talk federation with
the best of them and think the idea a fine one because it would end all
that frontier-and-customs nonsense which fusses them on their annual
sprees to Portofino and Annecy.
January 4, 1940, Mollie Panter-Downes, London War Notes
C'è una sensazione sempre più marcata che la guerra sarà lunga, ma, nonostante non si tenti affatto di minimizzare i pericoli degli schieramenti nemici effettivi e potenziali, gli inglesi sono nel complesso fiduciosi. Tuttavia, si preoccupano di quello che succederà in Europa quando sarà arrivata la pace. Persino tranquille signore di mezza età ora possono parlare di federazione con le migliori di loro e considerare quest'idea buona perché porrebbe fine a quell'assurdità legata alle frontiere e alle dogane che le scoccia nelle loro baldorie annuali a Portofino ed Annecy.
4 gennaio 1940, Mollie Panter-Downes, London War Notes
Erano lettere scritte da Londra durante la Seconda Guerra Mondiale per il pubblico statunitense del New Yorker. Un loro minimo estratto, che avrei voluto riproporre qualche settimana fa, è ora dedicato da Parigi, oltre che al pubblico italiano, idealmente anche agli inglesi di una certa età, cui è stata addossata tutta la responsabilità dell'esito del referendum. Sto invecchiando, è chiaro.
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