Der Winkel von Hahrdt
Hinunter sinket der Wald,
Und Knospen ähnlich, hängen
Einwärts die Blätter, denen
Blüht unten auf ein Grund,
Nicht gar unmündig.
Da nämlich ist Ulrich
Gegangen; oft sinnt, über den Fußtritt,
Ein groß Schiksaal
Bereit, an übrigem Orte.
Friedrich Hölderlin
Ingiù affonda il bosco,
e simili a gemme pendono
le foglie in dentro, a cui
da sotto fiorisce un terreno,
tutto fuorché muto.
Di qui è infatti passato
Ulrico: spesso medita, sull'orma,
un grande destino
pronto, nel luogo che resta.
- Lei fa pensare al "narratore" descritto da Walter Benjamin: parla - dopo la morte per trasmettere - alla posterità...
- Bandito sui bordi del mar Nero, il poeta russo Ossip Mandel'štam - 1891-1938 - scrive sulle tracce di Ovidio. Io prolungo i testi antichi fino all'amara realtà della modernità. Oppure prendo un oggetto, un testo, ne faccio una storia e mi immagino di presentarla al drammaturgo Heiner Müller. Così continuo a scrivere con i suoi occhi. I morti non sono morti. Vivono in noi. Il mio metodo è simile a quello di un Montaigne che ripesca un ricordo dell'antichità, lo mette in relazione con un detto popolare e mescola il tutto in un saggio contro la guerra civile che rimbomba.
Oggi bisogna conservare traccia di queste persone che sbarcano dal mare Egeo e attraversano l'Europa, come fa Hölderlin ne L'angolo di Hahrdt, poesia che descrive il cespuglio dove si è riposato il duca di Würtenberg in fuga. Attraversano le stesse frontiere varcate dagli abitanti della DDR nel 1989, dagli ungheresi nel 1956, dagli ugonotti, come la nonna di mia nonna che ha dovuto partire da Parigi per la Germania, e senza la quale noi non saremmo qui... Il racconto è nato con il fuoco. È riunendosi, la notte, per raccontare, che è nata la comunità, la società.
Alexander Kluge intervistato da Marianne Dautrey in occasione dell'uscita della traduzione francese di Chronik der Gefühle.
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