domenica 22 aprile 2012

In ogni momento presente

Una foto come tante. Fascisti in una città italiana. È il 1922. 
Allo stesso tempo, però, non è proprio una foto qualsiasi. Marca il confine, in ogni momento presente, tra ciò che è tollerabile e ciò che non lo è, ed in particolare la difficoltà di riconoscere l'intollerabile per tempo, e non quando tutti ne sono capaci, come l'8 settembre del 1943. Segna il momento in cui ai lettori del Wiener Bilder, nella cui prima pagina apparve il 5 novembre del 1922, bisognava ancora spiegare che si trattava dell'ingresso di fascisti in una città italiana con la mano destra sollevata, che rappresenta il caratteristico antico saluto romano

6 commenti:

  1. Ma è davvero così difficile riconoscere ciò che è intollerabile in tempo utile?

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    1. 1943-1922=21
      volendo, 1943-1920=23 (l'incendio dell'hotel Balkan a Trieste, per esempio, è del 1920, prima della marcia su Roma).
      Anche negli ultimi anni ne abbiamo fulgidi esempi (1994-2011), conclusisi più per motivi esterni che interni.
      Direi di sì, dunque.

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  2. E' che si cerca sempre l'argomento più rassicurante. A regime nazista già saldamente installato, ancora un fine e acuto intellettuale come Thomas Mann diceva: "E' una bufera, passerà". A quanto mi risulta, solo Joseph Roth già dall'inizio diceva: "Durerà a lungo, e le conseguenze saranno tremende".

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    1. Temo che altri la pensassero come Roth, ma che gli si sia tolta presto la voce per sempre.
      Una delle molte cose che non capisco, da parte italiana, è la sostanziale rimozione (non dico nella ricerca storica seria, ma nei fatti, nei ricordi, collettivamente e non solo) dell'iniziale ruolo ispiratore esercitato dal fascismo nei confronti dell'ideologia nazista o quanto meno del suo non tracurabile contributo apportato dallo stesso. Un ruolo messo in pratica fin da subito, tra l'altro - non accetto la cesura che parecchi ravvisano nel regime tra una prima parte difendibile ed una seconda parte indifendibile, perché più inasprita e via via più prossima alla politica tedesca, che si usa fissare a partire dall'isolamento internazionale imposto all'Italia dopo l'invasione dell'Etiopia., dimenticando o mettendo in secondo piano le manganellate, le aggressioni, la violenza, i tribunali speciali, gli assassinii di stato, ecc.
      Per non parlare del mistero dell'efficacia, per lunghi anni, con qualche coda che si protrae ancora, delle campagne basate sul terrore rosso e della sordità totale al pericolo nero, che pur l'Italia ha conosciuto direttamente, a lungo ed in variegate forme.

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    2. Nel corso degli anni ho postato diversi documenti e recensioni di libri che dimostrano inequivocabilmente che leggi razziali, guerra ecc. non sono stati incidenti di percorso bensì la quintessenza del fascismo, la sua anima vera. Quanto ai rapporti fra fascismo e nazismo, già le date da sole dovrebbero parlare sufficientemente chiaro, ma a quanto pare i conti col passato non fanno parte del nostro DNA.

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  3. Sono d'accordo con quanto sostenete.
    Mi permetto di segnalare, per tutti, un libro ricordato sul mio blog qualche mese fa
    http://cesim-marineo.blogspot.it/2012/01/contro-la-memoria-corta.html
    Saluti

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